Parma, i danni dopo l’alluvione: “Abbiamo perso tutto, nessuno ci ha aiutato”
"Abbiamo perso tutto". Lo dice trattenendo a forza le lacrime Lina Curcetti, una donna residente a Colorno, in provincia di Parma, mentre osserva ciò che è rimasto della sua casa, una bifamiliare che dopo l'alluvione di martedì scorso è stata completamente distrutta. Il fango ha riempito l'abitazione, andando a invadere ogni stanza del piano terra e del cortile. Una parete delle scale si è aperta, creando una grossa voragine e destando la preoccupazione di tutti i familiari che martedì scorso si trovavano in casa. E non c'è più alcuna traccia della cucina e del soggiorno, che sono tuttora pieni di acqua e fango. Il grido disperato di Curcetti si unisce a quello della sua famiglia ed è condiviso anche da alcuni abitanti del Parmense e del Reggiano, che a stento riescono a dimenticare quelle incredibili immagini del fiume in piena che in qualche modo sono destinate a passare alla storia. L'acqua, una settimana fa, era riuscita a entrare persino nella Reggia di Colorno. "Ci sentiamo abbandonati – racconta la famiglia di Colorno -. I vigili del fuoco passano di qui e non si fermano nemmeno. Mio padre, quella casa, l'ha costruita con i sacrifici di una vita. E ora si trova quasi a doverla buttare giù".
"La nostra casa, a una settimana dall'alluvione, è ancora inagibile", racconta Lina. "Abbiamo perso ogni cosa, dalle stanze in cui abitavamo ai ricordi di una vita. Appesa al muro di una stanza c'era una grossa bacheca con tutti i ritagli degli articoli di giornale dedicati a papà. E martedì scorso si è infranta ogni speranza di conservare quelle memorie". La famiglia Curcetti, che a distanza di sei giorni dal violento nubifragio ci ha aperto le porte di casa sua, fa una riflessione. "Per provare a salvare la nostra casa sarebbe stato sufficiente essere avvisati qualche ora prima. Avremmo subito adottato delle strategie per salvare il salvabile. Invece l'allerta meteo è arrivata con una sola ora di anticipo". A quel punto, però, era troppo tardi. "Eravamo già ricoperti di fango – conclude Curcetti -. Avevamo già perso ogni cosa, persino la speranza di ricominciare".