Attivista climatico minacciato con una pistola da una guardia giurata durante protesta a Torino
La mattina di venerdì 17 febbraio, tre distinti gruppi di attivisti di Extinction Rebellion hanno tentato di occupare le sedi di alcune testate giornalistiche di Torino, dalla RAI a La Stampa e La Repubblica. Le attiviste e gli attivisti avevano l'obiettivo di sedersi in silenzio con dei cartelli in mano che recavano il messaggio: "Crisi climatica. I governi sono responsabili. Aiutateci a raccontare chi sono i criminali".
Nella sede della RAI di via Cavalli il piano di occupare l'atrio ed esercitare resistenza passiva non ha funzionato. Dopo un breve inseguimento, cinque attivisti sono stati bloccati e Roberto, uno di loro, è stato fermato su un'aiuola da una guardia giurata che ha estratto l'arma da fuoco in dotazione e gli ha intimato l'alt.
"Io ero lì con lo scopo di fare le foto e i video – racconta Roberto – dovevamo entrare nell'atrio della struttura ed esporre dei cartelli che invitavano i giornalisti ad approfondire i temi della crisi climatica. Per entrare, visto che di fronte all'ingresso non era possibile, siamo passati dai parcheggi. Siamo entrati con semplicità, quando la barra del parcheggio interno era alzata. A un certo punto una delle guardie all'ingresso ci ha visto, ha allarmato le altre guardie che si sono lanciate al nostro inseguimento. Quando sono stato raggiunto ho pensato di lasciarmi cadere, come facciamo di solito in Extinction Rebellion, ma non ne ho avuto il tempo. Sono stato preso e messo su una specie di aiuola. Poi ho visto l'arma da fuoco".
Il filmato dell'evento mostra alcune manciate di secondi dell'azione. Si vedono delle guardie che inseguono gli attivisti di Extinction Rebellion; una di loro si inginocchia e scompare dall'inquadratura, coperta dai muretti di pietra. Quello che si vede al centro è Roberto, mani alzate e sdraiato di schiena su un triangolo d'erba: tenta di rialzarsi, ma la guardia davanti a lui ha la mano sinistra in avanti, lo ferma ed estrae la pistola.
"Ricordo lucidamente la pistola davanti a me – racconta Roberto – e la guardia che ripeteva di stare fermo, di stare zitto. Non ho esattamente l'immagine nitida di quello che è successo".
"Sono scosso e arrabbiato – spiega – scosso perché non mi era mai capitato di vedere una pistola da così vicino, perché non so cosa mi potrà succedere la prossima volta che tornerò in azione e la prossima volta che ci torneranno le persone che portano avanti delle forme di protesta pacifiche ma che provocano disturbo in dei luoghi che sono effettivamente sorvegliati. Sono preoccupato per quello che è il diritto al dissenso in questo paese".
"E sono arrabbiato – conclude – perché penso che sia paradossale. Siamo in uno stato di crisi senza precedenti, stiamo vivendo la peggiore siccità degli ultimi 500 anni. Guardiamo le montagne intorno a Torino e le vediamo senza neve, non nevica più, e le persone che cercano di dare l'allarme vengono denunciate, Ce lo meritiamo?".
L'attivista ha deciso di non denunciare la guardia giurata.