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Parla il primario aggredito con un manganello a Lamezia Terme: “Serve personale che possa intervenire subito”

“È la prima aggressione fisica al personale che avviene qui a Lamezia. Ci sono andato di mezzo io, ma poteva succedere a qualsiasi collega”. A parlare a Fanpage.it è il primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme, Rosarino Procopio. Il professionista sanitario è stato aggredito con un manganello dal parente di una paziente.
A cura di Eleonora Panseri
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Rosarino Procopio, primario del pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme.
Rosarino Procopio, primario del pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme.

"Non ho avuto lesioni gravi, per fortuna, ma solo brutte contusioni, per una prognosi di circa 20/25 giorni. È la prima aggressione fisica al personale che avviene qui a Lamezia".

A parlare a Fanpage.it è il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme, Rosarino Procopio. Il professionista sanitario è stato aggredito nella serata di ieri, lunedì 11 novembre, dal parente di una paziente.

"In passato ci sono stati diverbi e qualche sedia rotta in sala d'aspetto, ma nulla di che, il personale era stato risparmiato. Questa volta invece no e ci sono andato di mezzo io, ma poteva succedere a qualsiasi collega", aggiunge.

Secondo quanto è stato ricostruito, durante un colloquio con i familiari il primario ha cercato di spiegare che la signora poteva essere dimessa e rientrare tranquillamente a casa, continuando a seguire la terapia prescrittale.

Ma uno dei parenti presenti ha prima inveito contro il medico, opponendosi alla dimissione della donna. Poi, quando il primario si è voltato per rientrare nella sua stanza, lo ha colpito alla schiena con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto.

"Servono maggiori controlli perché al Pronto soccorso, essendo la porta d'ingresso dell'ospedale, ci vuole personale che abbia anche la possibilità di intervenire, non solo di stare a guardare, com'è accaduto finora con le guardie giurate", ha spiegato ancora Procopio, riflettendo su quanto avvenuto.

In base a quanto si è appreso, due agenti del locale commissariato, che si trovavano nel nosocomio in quel momento, hanno bloccato l'aggressore che ha colpito il medico. Sarebbe una persona già nota alle forze di polizia. Gli agenti hanno quindi avviato l'attività giudiziaria e non si esclude che vengano emessi provvedimenti a suo carico.

"Non so sinceramente da dove derivino queste aggressioni o perché le persone si comportino così. Noi del Pronto soccorso dimostriamo ogni giorno di accettare qualsiasi persona che richiede assistenza, la diamo tranquillamente a tutti", ha precisato il primario.

"È ovvio che, se si presenta un grande afflusso di persone e tutti pretendono di entrare, dobbiamo utilizzare dei metodi, il triage, che lascia in attesa per molto tempo l'utenza. Ma questo è un dato di fatto in tutti gli ospedali perché il Pronto soccorso è l'unico che riesce a dare una risposta assistenziale a chi necessità di un'ecografia, una TAC o altro. E questo la gente lo ha capito, ma, pur avendolo capito, ci tratta così".

"In più, i flussi di lavoro sono molto pesanti e sarebbe opportuno affrontare questo aspetto anche con un turnover dopo una certa età", conclude.

Subito dopo l'aggressione, l'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri Filippo Anelli e il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto hanno espresso solidarietà al dottor Procopio, chiedendo alle istituzioni di intervenire quanto prima per risolvere una situazione che si è aggravata negli ultimi anni.

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