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Parla il papà di Melissa Bassi: “giustizia è fatta, rimane la rabbia”

Massimo Bassi il papà della 16enne uccisa nell’attentato di Brindisi ha ringraziato lo stato e le istituzioni per la vicinanza, ribadendo però l’incomprensibilità di un gesto che ha distrutto due famiglie.
A cura di Antonio Palma
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Un uomo distrutto dal dolore, ma soddisfatto per il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, così è apparso davanti ai giornalisti, per la prima e l'ultima volta come ha detto l'avvocato, il Padre di Melissa Bassi, la ragazza uccisa nel terribile attentato davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Massimo Bassi, accompagnato dal legale e per la prima volta dalla moglie Rita per parlare del suo stato d'animo e di quello della famiglia nel giorno dell'annuncio ufficiale della cattura dell'attentatore da parte delle Forze dell'ordine, ha ringraziato tutti quelli che gli sono stati vicini, ma soprattutto lo stato e le istituzioni su cui fin dal primo momento ha riposto la sua  fiducia.

"Il colpevole non può essere un padre di famiglia" – Massimo Bassi ha detto di essere soddisfatto perché giustizia è stata fatta, ma ha mostrato tutto la sua incomprensione per un gesto che ha sconvolto due famiglie, la sua e quella dell'attentatore. "Non è un padre di famiglia, non può essere un padre di famiglia" una persona che fa un simile gesto, ha detto il papà di Melissa. Il signor Bassi ha raccontato di non riuscire a pensare a quale fosse il comportamento di questa persona quando sedeva a tavola con i propri familiari che parlavano di Melissa  e dell'attentato, continuando "non riesco a pensare che abbia figli e nipoti". Massimo Bassi ha detto di non voler né sentire né vedere il 68enne Giovanni Vantaggiato spiegando di non provare niente verso di lui "perché è come se non esistesse".

La famiglia si costituirà parte civile al processo – "Non ho mai pensato alla criminalità, per fare queste cose ci deve essere uno svitato" ha confermato il padre di Melissa ai giornalisti nella sala del consiglio comunale di Mesagne, anche se l'avvocato ha confermato che la famiglia non ha mai interferito con le indagini della magistratura. Ovviamente la famiglia Bassi si costituirà parte civile nel corso del successivo processo penale intervenendo attivamente nel procedimento giudiziario. Per il momento però è ancora il tempo del dolore visibile nella faccia della mamma della 16enne barbaramente uccisa.

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