Parla il capotreno accoltellato a Genova: “Grazie all’Italia che ha scioperato per me. Come sto? Ho paura”
"Mi stanno chiamando tutti. Colleghi, amici, parenti, anche i giornalisti! Da questa mattina suona il telefono. Vado fiero del mio lavoro e lo faccio con tanto piacere, ma mi è rimasta la paura". A parlare è Rosario Ventura, il capotreno che è stato accoltellato nella giornata di ieri mentre svolgeva il suo lavoro alla stazione di Rivarolo (Genova). Non ha voluto rilasciare commenti al Corriere della Sera, sottolineando che vi è ancora una pratica aperta e una denuncia in corso. "Mi hanno chiesto di valutare bene tutto prima di parlare. Posso dire che mi è rimasta la paura, quello sì".
Sullo sciopero organizzato per chiedere più sicurezza dolo il suo accoltellamento, il capotreno ha risposto. "È stato bello, vorrei ringraziare tutti per questo gesto. Mi ha fatto tanto piacere. Sto bene, il braccio colpito non riesco ad alzarlo più e ora fa male, ma mi hanno detto che è normale. Per fortuna non mi hanno preso i tendini".
Per l'aggressione sono state fermate due persone che, secondo quanto ricostruito, avrebbero pugnalato il capotreno alla scapola e al braccio. "Ho avuto sette punti alla scapola e quattro buchi al braccio. Ci sono voluti altri undici punti – ha raccontato Ventura -. È la prima volta che mi succede una cosa del genere. Vado fiero del mio lavoro e lo faccio con tanto piacere. Non posso aggiungere altro perché le dichiarazioni che dovevo fare le ho già fatte".
"L'azienda – ha fatto sapere – mi metterà a disposizione un avvocato per tutelarmi". Il capotreno ha voluto ringraziare l'Italia, dimostratasi solidale nei suoi confronti. La moglie del capotreno ha scritto un lungo post sui social network nel quale racconta la paura provata ogni giorno quando Ventura esce per andare al lavoro. "Lui comunque si sveglia alle tre del mattino senza lamentarsi – ha scritto -. Indossa la sua divisa e va a lavorare".
Ventura ha fatto sapere di essere pronto a tornare sui treni quando sarà guarito. "Ieri ero a bordo del treno – ha raccontato al Tg1 – e dopo la partenza dalla stazione di Sampierdarena, ho iniziato a fare il mio giro di controlli. Mi sono imbattuto nei due passeggeri sprovvisti di biglietto. Il ragazzo usava il cellulare senza considerarmi, mentre la ragazza mi ha detto che non avrebbero pagato il biglietto e che sarebbero arrivati comunque a destinazione. A quel punto anche il ragazzo mi ha ribadito questa posizione. Ha detto: ‘Arriviamo dove vogliamo, faccia ciò che vuole e chiami pure la Polizia, non paghiamo nessun. biglietto'".
"A quel punto ho invitato i ragazzi a pagare il titolo di viaggio – ha spiegato ancora il capotreno -. Loro però mi hanno di nuovo risposto in modo arrogante. Ho deciso di scendere dal treno e vista la mancata collaborazione, sono risalito a bordo, sono tornato da loro e li ho pregati di pagare o di scendere. La ragazza mi ha sputato addosso, mentre il giovane se l'è presa con una signora che stava prendendo le mie difese. Mentre verificavo come stesse la donna, la ragazzina mi ha rifilato un calcio e uno schiaffo".
I due sarebbero scesi poco dopo, poi il giovane avrebbe colpito il capotreno sulla fronte con una testata mentre s trovavano sulla banchina. "A un tratto ho visto che il ragazzo aveva tirato fuori un coltello e istintivamente mi sono girato sul lato sinistro dove ho ricevuto quattro coltellate: una alla scapola sinistra e tre al braccio sinistro. Ho visto i due ragazzi fuggire e mi sono reso conto che perdevo tanto sangue dalla manica della giacca. Le gambe non reggevano più e mi sono accasciato per terra".
Al programma "4 di Sera" di Paolo Del Debbio, il capotreno ha detto di non essersi reso conto delle coltellate ricevute. "Ho 18 punti, 7 nella scapola e 11 nel braccio – ha affermato al telefono -. La foto scattata mentre ero a terra arrivava probabilmente dall'interno del treno. Lì per lì non ho avuto nemmeno la forza di chiamare la polizia, niente. Ho parlato soltanto coi miei responsabili per chiedere l'ambulanza, poi mi hanno aiutato i viaggiatori sia all'interno che fuori (dal treno, ndr)"