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Paresi facciale dopo il vaccino anti Covid, ricoverata infermiera: perché non c’è da preoccuparsi

Un caso di sindrome di Bell, vale a dire di leggera paresi facciale, è stato riscontrato in una infermiera di Teramo che nei giorni scorsi aveva ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer-BioNtech contro il Covid. È questo il secondo caso del genere che si verifica in Abruzzo. Ma il direttore sanitario della Asl locale, Maurizio Brucchi, rassicura: “Non è nulla di importante e si risolve completamente con una cura nel giro di pochi giorni”.
A cura di Ida Artiaco
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Una infermiera abruzzese a cui è stata somministrata nei giorni scorsi la prima dose di vaccino Pfizer-BioNtech contro il Coronavirus è stata ricoverata per aver sviluppato una lieve paresi facciale, conosciuta tra gli addetti ai lavori come sindrome di Bell. Ma non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi. A spiegare il perché ci ha pensato direttamente Maurizio Brucchi, direttore sanitario della Asl di Teramo, dove si è verificato il caso, e responsabile delle vaccinazioni, che al Messaggero ha confermato: "C’è stata una reazione avversa ma le sue condizioni sono buone. L’ infermiera sta bene. Al momento è ricoverata nel reparto di neurologia per fare degli accertamenti e una Tac. Il ricovero, pur se non necessario, è stato deciso solo a cercare di capire se la paresi è collegata al vaccino o solo una casualità e le cause fanno certe altrove".

Sempre secondo Bucchi, "è questo il secondo caso di sindrome di Bell o leggera paresi facciale che si manifesta in Abruzzo su 9.429 vaccini fatti". Il riferimento è al primo episodio di questo genere che si era avuto qualche giorno fa e che riguardava un operatore socio sanitario dell’Aquila. "Non è nulla di importante e si risolve completamente con una cura nel giro di pochi giorni", ha sottolineato Brucchi. Anche in quel caso infatti le condizioni cliniche del paziente non hanno destato preoccupazione, trattandosi di disfunzione non grave, che scompare da sola in breve tempo, con una completa guarigione funzionale. "Tutti i vaccini e i medicinali possono avere degli effetti collaterali – ha rassicurato il responsabile –. Che questo vaccino è sicuro a dirlo sono i numeri: su quasi 10mila persone sono due reazioni avverse e di leggerissima entità". 

Casi analoghi sono stati segnalati anche nel Documento sul vaccino del 10 dicembre 2020 della Fda, Food and Drug Administration, l’equivalente dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che riporta 4 persone, che hanno ricevuto il vaccino, tra gli oltre 43.000 partecipanti allo studio. L’Azienda regionale si è comunque subito attivata per monitorare tale evento, che può essere considerato una concomitanza, e comunque provvederà ad attivare i flussi informativi verso le strutture di vigilanza nazionali.

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