“Papà, voglio fare l’università. Corro a comprarmi un completino sexy”
Settembre: l'anno lavorativo, scolastico e accademico incomincia proprio adesso. Dopo la pausa estiva della maturità sono tantissimi gli studenti che in questi giorni si preparano ad affrontare i test d'ammissione all'università. Domande di cultura generale e ragionamento logico sono presenti in ogni test che si rispetti, mentre la presenza di materie come psicologia, fisica e matematica dipende dal corso di laurea prescelto dalla futura (?) matricola.
Come è noto, non sempre una buona preparazione è garanzia di successo: spesso per alcuni corsi di laurea i posti in palio sono davvero pochi e i candidati in crescente aumento, anno dopo anno. Se dunque lo studio, associato ad una buona dose di fortuna, non sembra essere più il metodo ottimale per garantirsi un posto all'interno del corso di laurea prescelto, quali sono gli espedienti utilizzati dai giovani aspiranti universitari?
Il sondaggio di Universinet diffuso ieri parla chiaro: ancora una volta è il sesso il segreto, la "merce di scambio", per garantirsi una seggiola in un'aula d'università.Sono passati di moda persino familiari, conoscenti e politici con agganci ai piani alti degli Atenei; i giovani preferiscono fare da sé, esponendosi in prima persona. Il sondaggio di Universinet ha ascoltato oltre 16mila ragazzi che in questi giorni avevano in calendario le famigerate prove di ammissione: 6 ragazze su 10 hanno confessato che farebbero sesso per essere ammesse alle selezioni; il dato percentuale passa dal 45% dell'anno precedente al 57% di quest'anno.
Ma non è l'unica "scoperta" scioccante della serie: se il baratto del corpo vi è sempre sembrato un'attività quasi esclusiva delle donne, il sondaggio di Unversinet sconfessa questa credenza: rispetto al 14% dell'anno scorso, adesso i maschietti disposti a offrire prestazioni sessuali nei dintorni di una cattedra, sono più che raddoppiati, raggiungendo il 39% sul totale degli intervistati.
Una tendenza scioccante per chi ritiene che certi ambienti debbano essere il vessillo della meritocrazia, dove la formula del successo dovrebbe essere un buon mix d'impegno, studio e sacrifico. Evidentemente anni di berlusconismo, di ministri- soubrette, di sconosciute divenute veline seminude dopo una "cena di gala" hanno fatto scuola, persino tra i giovani che in un modello di successo costruito su apparenza e furberie, evidentemente, non vedono nulla di strano, anzi. A confermarlo è un ulteriore dato; Universinet ha chiesto ai ragazzi cosa è più importante fare per essere ammessi a frequentare l'università: l'86% ha confermato che sarebbe bene avere una raccomandazione, mentre uno sparuto e forse ingenuo 12% ha dichiarato che è necessario studiare. Che dire…ad majora!