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Papa Ratzinger, un anno fa l’annuncio delle dimissioni

Un anno fa, era l’11 febbraio 2013, Papa Benedetto XVI annunciò a sorpresa la sua rinuncia al pontificato per il successivo 28 febbraio. Un annuncio rivoluzionario, che portò a un Conclave e alla elezione dell’argentino Papa Francesco.
A cura di Susanna Picone
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“Fratres carissimi, non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi…”, iniziava così la dichiarazione letta in latino da Papa Benedetto XVI che esattamente un anno fa, era la mattina dell’11 febbraio 2013, annunciava a sorpresa dinanzi ai cardinali riuniti nella sala Clementina per un concistoro ordinario, la sua rinuncia al pontificato. Dal successivo 28 febbraio alle ore 20 la sede sarebbe stata vacante. Joseph Ratzinger non sarebbe stato più Papa. Poche frasi in latino per annunciare una rinuncia storica. Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, disse Ratzinger ai religiosi e al mondo intero. Una decisione – quella delle dimissioni – che fu motivata con la mancanza di vigore nel corpo e nell’animo. Benedetto XVI era stato il 265° papa, il settimo di origine tedesca, eletto al conclave il 19 aprile del 2005, al quarto scrutinio. La fine ufficiale del suo pontificato coincise con la chiusura del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove Ratzinger aveva deciso di ritirarsi. Poi ci fu il Conclave che ha eletto Papa un argentino, Jorge Mario Bergoglio, il primo nella storia ad aver scelto di chiamarsi Francesco.

La rinuncia di Ratzinger come “un grande atto di governo” – A un anno dalla storica decisione di Ratzinger in tanti hanno ricordato quel giorno: padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha ripercorso ai microfoni della Radio vaticana quei momenti. Ha parlato della rinuncia di Benedetto XVI come di “un grande atto di governo, una decisione presa liberamente che incide veramente nella situazione e nella Storia della Chiesa”. Per Lombardi, i motivi della rinuncia si trovano “in quelle parole brevi ma densissime che spiegavano in modo assolutamente adeguato e chiaro i criteri in base a cui aveva preso la sua decisione”. Monsignor Georg Gaewnswein, segretario di Benedetto XVI, ha raccontato, in un'intervista a Famiglia cristiana, che era stato avvisato mesi prima: “Mi ha detto che non potevo parlarne con nessuno finché lui stesso non avrebbe comunicato la decisione. Ho mantenuto il segreto anche se non è stato facile. Per me è stata come una coltellata, ho sentito un grande dolore”. Secondo Gaenswein, scandali come quello dei Vatileaks, “non ha per niente condizionato né tantomeno causato la rinuncia”. E non lo avrebbe fatto neppure “la vicenda della pedofilia”.

Papa Ratzinger e Papa Francesco – Il Papa emerito, nei racconti di chi ha notizie di lui, è ancora un uomo intellettualmente lucido e vivace. Monsignor Gaenswein ha detto che trascorre le sue giornate pregando, “con lo studio, la corrispondenza personale e le visite”. Legge molto e preferisce i libri in tedesco e in italiano. La sua giornata da Papa emerito inizia con la messa, poi c’è il breviario e la prima colazione. “All’una e trenta pranziamo tutti insieme, papa Benedetto, io e le memores. Non può mancare la siesta. Il pomeriggio sbriga la vasta corrispondenza privata, ascolta anche musica. Naturalmente il programma cambia quando, per esempio, c'è suo fratello”, spiega Gaenswein. Qual è il suo rapporto con Papa Francesco? I due Papi “si parlano, si scrivono, si telefonano”, ha spiegato il religioso. Francesco e Benedetto si sono incontrati per la prima volta il 23 marzo scorso, poco dopo l’elezione di Bergoglio. Fu il nuovo Papa a raggiungere il vecchio a Castel Gandolfo: i due si abbracciarono e pregarono insieme, l’uno accanto all’altro.

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