Papà prende a schiaffi e calci le figlie per rimproverarle. Il giudice lo assolve: “Non è reato”
Un uomo di 52 anni residente in provincia di Ancona – finito a processo con l'accusa di aver picchiato le due figlie, all'epoca dei fatti minorenni – è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Eppure che il papà abbia alzato le mani sulle due ragazzine è stato accertato nel corso del dibattimento. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, infatti, i soprusi contestati sarebbero cominciati oltre sette anni fa, nel settembre del 2015, quando nella casa in cui viveva la famiglia intervennero i carabinieri.
L'uomo aveva preso a schiaffi, per strada, la figlia più piccola, dopo una bravata commessa: l'adolescente, infatti, aveva scavalcato la recinzione che delimitava un passo carrabile della polizia locale e il genitore prima l'aveva rimproverata poi le aveva rifilato un ceffone, ferendola.
Una volta tornati a casa l'uomo si era sfogato anche con la figlia più grande, all'epoca 17enne. "Quel giorno mi ha preso a calci sulle gambe, poi mi ha sbattuta sul muro e io ho colpito uno sportello della cucina che era aperto, sullo spigolo. Io ero la figlia cattiva", ha riferito la ragazza in tribunale.
Testimonianze chiare che, tuttavia, non hanno convinto il giudice a condannare il 52: l'uomo, infatti, pochi giorni fa è stato assolto perché il fatto non sussiste. A quanto pare a determinare la decisione del magistrato potrebbero essere state altre testimonianze offerte dalle ragazze, che hanno descritto il padre non come un uomo sistematicamente violento, bensì come una persona generalmente molto premurosa nei loro confronti.
Le violenze fisiche nei confronti delle figlie sarebbero state occasionali. Ragion per cui il padre è stato assolto.