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Papa prega contro guerra durante celebrazione del Venerdì Santo: “Governi assicurino pace duratura”

Papa Francesco è tornato a pregare per la pace nel mondo, rivolgendo un pensiero anche all’Ucraina durante la celebrazione della Passione di Cristo del Venerdì Santo. “Chi governa assicuri pace duratura.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Chi governa assicuri una pace duratura. Dio allontani l'uomo dagli orrori della guerra". Questa è la preghiera di Papa Francesco nel corso della Celebrazione della Passione di Cristo del Venerdì Santo. "Dio onnipotente ed eterno, nelle tue mani sono le speranze degli uomini – ha detto Papa Bergoglio – e i diritti di ogni popolo: assisti con la tua sapienza coloro che ci governano, perché con il tuo aiuto promuovano su tutta la terra una pace duratura, la prosperità dei popoli e la libertà religiosa". Papa Francesco è tornato quindi a parlare del conflitto in Ucraina in occasione delle celebrazioni per il Venerdì Santo. Già nei giorni scorsi, il Pontefice aveva detto che questa sarebbe stata una Pasqua dedicata a quanti stanno patendo le sofferenze della guerra.

Mercoledì 13 aprile aveva dato udienza a un gruppo di pellegrini polacchi e in quell'occasione aveva chiesto loro di celebrare la Settimana Santa e la Pasqua con i "fratelli ucraini". "La Pasqua è una festa di famiglia e voi, aprendo a loro le vostre case, siete diventati loro familiari. La maggior parte di loro celebrerà queste feste una settimana più tardi, secondo la tradizione orientale, ma tutti insieme potete contemplare il Crocifisso e aspettare la risurrezione di Cristo". Il Pontefice aveva chiesto che una famiglia ucraina portasse la croce per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo insieme a una famiglia russa. L'Ambasciata ucraina in Vaticano aveva contestato la decisione, ma il Papa non ha voluto arretrare e alla fine ha affidato la croce a due amiche, una di nazionalità ucraina e l'altra russa, sicuro del messaggio di unione trasmesso dalla sua scelta. Contro la decisione si era sollevata anche l'associazione cristiana degli ucraini in Italia. In un momento storico simile, sosteneva, affiancare simbolicamente il Paese aggredito al Paese aggressore sarebbe inopportuno.

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