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News sull'incidente a Santo Stefano di Cadore

Papà, nonna e bimbo uccisi da auto, ipotesi gesto volontario: “La 31enne sgommava dopo una lite”

Alcune testimonianze del terribile schianto di Santo Stefano di Cadore, che ha distrutto una famiglia, fanno emergere ora un’altra terribile ipotesi: quella di un gesto volontario della 31enne tedesca al volante dell’Audi, frutto di una rabbia incontrollata dopo una lite.
A cura di Antonio Palma
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Prima di investire, travolgere e uccidere papà, nonna e bimbo tra le strade di Santo Stefano di Cadore, la 31enne tedesca si sarebbe messa al volante della sua Audi sgommando e proseguendo a tutta velocità dopo aver litigato furiosamente con un’altra persona in strada. L’importante particolare emerge dal racconto di alcuni testimoni che avrebbero visto la donna, ora in stato di arresto, poco prima di travolgere la famigliola del Veneziano che era in vacanza nelle Dolomiti bellunesi.

A raccontare la circostanza ai carabinieri che indagano sulla tragedia sarebbe stato un residente del paese bellunese che, come riportato dall'agenzia Ansa, avrebbe incrociato la 31enne in strada poco prima dello schianto che è costato la vita a Marco Antonello, 48 anni, al figlio Mattia di 2 anni e alla nonna Mariagrazia Zuin di 65 anni. Il testimone ha parlato di un litigio furioso al termine del quale la donna si sarebbe rimessa al volante sgommando a grande velocità.

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Auto a velocità oltre i limiti e nessun segno di frenata

Che la donna non rispettasse i limiti di velocità in zona sarebbe confermato anche dal video di una telecamera di sorveglianza di una attività commerciale lungo la stessa strada che ha immortalato la vettura pochi attimi prima del dramma. Secondo i primi rilievi, infatti, anche se era ripartita da poco, la donna pare andasse ad almeno 70 chilometri l'ora in un punto in cui il limite è di 50.

Inoltre i carabinieri non hanno trovato segni evidenti di una sbandata né di una frenata prima dell’impatto mortale, nonostante si tratti di un strada rettilinea e la famigliola viaggiava lungo il marciapiede. Lo stesso nonno della piccola vittima, che seguiva a poca distanza e ha visto tutto, ha raccontato che dopo l’impatto la donna al volante inveiva contro i corpi a terra. Tutti elementi che fanno emergere ora un’altra terribile ipotesi, quella di un gesto volontario, un investimento deliberato, frutto di una rabbia incontrollata.

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L'indagata ascoltata dal Gip lunedì

Una ipotesi ovviamente tutta da verificare nei prossimi giorni quando saranno compiuti ulteriori accertati sul veicolo e riascoltati i testimoni. Un’altra ipotesi è che fosse distratta dal telefono che è stato sequestrato visto che gli esami del sangue per accertare l'eventuale presenza di alcol o stupefacenti hanno dato esito negativo.

Intanto lunedì sarà il turno della 31enne che sarà sentita in carcere dal Gip di Belluno per l'interrogatorio di garanzia che dovrà confermare o annullare l’arresto. La donna nei primi momenti non avrebbe mostrato nessun segno di pentimento o un accenno di rimorso e ha detto agli inquirenti di essere arrivata nel nostro Paese “per farsi un giro” e di aver perso il controllo dell’auto.

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