Papà muore suicida: “Figlia 15enne e fidanzato minacciavano di accusarlo di violenza sessuale per 5mila euro”
Una eredità di 5mila euro lasciata dalla madre a ciascuno dei propri figli e pretesa subito dalla ragazzina 15enne potrebbe essere alla base del gesto suicida del papà palermitano morto impiccato nel marzo dell’anno scorso nella sua abitazione. È quanto sostengono i pm del Tribunale minorile del capoluogo siciliano che hanno chiesto e ottenuto per la ragazzina e il fidanzato 18enne gli arresti per i reati di morte come conseguenza non voluta di altro reato ed estorsione aggravata.
Secondo l’accusa, che entrambi gli indagati rigettano fermamente attraverso i loro legali, l’adolescente e il fidanzatino, 14enne e 17enne all’epoca di fatti, per mesi avrebbero tartassato il padre di lei con minacce di ogni tipo per avere quei soldi. Agli atti numerosi messaggi di testo e vocali che i due ragazzi avrebbero inviato al genitore per spingerlo a cedere. Messaggi che in alcuni casi sarebbero stati indirizzati anche alla nonna paterna della 15enne.
La ragazzina, ora quindicenne e già madre di un bimbo piccolissimo, si trova in una comunità a Catania mentre il ragazzino, appena maggiorenne, è stato portato nel carcere minorile Malaspina di Palermo. Per l’accusa, entrambi avrebbero adottato una strategia vessatoria nei confronti dell’uomo per avere i soldi, sia minacciandolo fisicamente sia facendo intendere che lo avrebbero accusato di violenza sessuale su di lei facendolo arrestare, fino ad arrivare a minacciare il suicidio della ragazzina.
All’epoca l’adolescente era rimasta incinta è pretendeva un sostegno economico del padre che però aveva perso il lavoro. Per l’accusa, la giovane prima avrebbe minacciato l’intervento dei servizi sociali, poi che si sarebbe uccisa, arrivando infine a minacciare di accusarlo di violenza sessuale.
Secondo la Procura dei minori di Palermo, in qualche modo ci sarebbe una connessione tra questi presunti tentativi di estorsione e il suicidio dell’uomo. “Sono accuse che andranno vagliate con grande attenzione” spiegano i legali dei due ragazzini, sostenendo che non vi è nessun collegamento diretto tra lo scontro famigliare sui soldi ereditati e il gesto estremo dell’uomo.
Il 43enne aveva perso anche il lavoro prima del suicidio ma, come riporta il Giornale Di Sicilia, ha lasciato due lettere prima di impiccarsi da cui poi sono scaturite le indagini. Dai testi emergerebbe la pressione psicologica a cui l’uomo sarebbe stato sottoposto dalla figlia quattordicenne all’epoca dei fatti.