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L'omicidio di Francesco Chimirri a Crotone

“Papà ha dato uno schiaffo al poliziotto, poi si sono menati”: parla la figlia dell’uomo ucciso a Crotone

Oltre al poliziotto Giuseppe Sortino, accusato di omicidio per la morte del 44enne Francesco Chimirri, è iscritto al registro degli indagati anche il figlio del pizzaiolo star di TikTok. Il giovane avrebbe infatti cercato di sparare al poliziotto raccogliendo l’arma di ordinanza caduta a terra al 37enne dopo l’omicidio. La figlia di Chimirri: “L’agente aveva parlato male e papà gli ha dato uno schiaffo”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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A sinistra, il 44enne Francesco Chimirri
A sinistra, il 44enne Francesco Chimirri
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Continuano le indagini sulla morte di Francesco Chimirri, 44 anni, ucciso lunedì 7 ottobre dopo un diverbio con il poliziotto Giuseppe Sortino, 37 anni. Il pizzaiolo star di TikTok sarebbe morto con un colpo di arma sparato dalla pistola di ordinanza di Sortino. Il viceispettore della Polizia di Stato è indagato con un'ipotesi di reato di omicidio, ma insieme a lui è iscritto al registro degli indagati anche il figlio della vittima, accusato invece di tentato omicidio.

Secondo quanto ricostruito, dopo il primo colpo di arma da fuoco esploso da Sortino contro il 44enne, il figlio di Chimirri avrebbe preso la pistola d'ordinanza caduta a terra per sparare un colpo contro il viceispettore. La pallottola è andata a vuoto, ma per lui ora l'accusa è di tentato omicidio.

Dopo la morte del pizzaiolo, avvenuta sul colpo, alcuni parenti del 44enne sarebbero scesi dall'auto e avrebbero accerchiato il 37enne nel tentativo di linciarlo. Sortino, preso a calci, pugni e bastonate, è stato ricoverato con gravi ferite in ospedale. Sott'inchiesta sono finite anche le persone che avrebbero partecipato al brutale pestaggio.

Francesco Chimirri
Francesco Chimirri

È ancora in fase di ricostruzione la dinamica dei fatti. Quello che per ora appare certo, è che fra il pizzaiolo e il viceispettore vi sia stato un litigio poi sfociato in uno scontro fisico. Secondo quanto accertato in un primo momento, Sortino, che in quel momento era fuori servizio, avrebbe inseguito la macchina di Chimirri dopo che quest'ultimo aveva colpito un'altra vettura provocando la rottura dello specchietto retrovisore. Secondo le prime indagini, Chimirri sarebbe fuggito a tutta velocità e l'agente lo avrebbe inseguito. In auto aveva poi trovato il 44enne e il figlio. Ai due aveva chiesto il motivo della fuga ed entrambi lo avrebbero aggredito fisicamente.

Stando invece a quanto racconta la figlia della vittima, il diverbio tra la vittima e il 37enne sarebbe iniziato e finito nei pressi del cavalcavia sud di Crotone che immette sulla strada statale 106. In un audio pubblicato sui social, la giovane spiega che il 44enne aveva urtato un'altra vettura a bordo della sua Dacia Duster e che nell'impatto aveva danneggiato lo specchietto retrovisore dell'altro automobilista. I due, sempre secondo la versione della ragazza, si erano già accordati per il risarcimento e Chimirri aveva accettato di procedere tramite assicurazione.

A quel punto, stando al racconto della figlia del 44enne, sarebbe intervenuto il poliziotto che si stava recando a Crotone per prendere servizio in Questura. "Si è messo in mezzo – spiega nell'audio – ha parlato male e papà gli ha dato uno schiaffo. Lui ha iniziato a menare e papà ha risposto. Poi ha preso il manganello e gliel'ha tirato in testa".

Secondo la ragazza, a quel punto il 44enne si sarebbe alterato e il poliziotto avrebbe estratto la pistola per sparargli al petto. Parte di questa versione è stata confermata anche da un testimone, secondo il quale il poliziotto e il pizzaiolo erano arrivati allo scontro fisico. "Sortino era su di lui e gli ha sparato – ha raccontato ai microfoni di Tgcom24 -. Prima aveva preso il manganello e glielo aveva dato in testa e Chimirri aveva risposto.

Sul corpo del pizzaiolo è stata eseguita l'ispezione cadaverica da parte del medico legale incaricato dalla Procura di Crotone. Sortino, ora ricoverato all'ospedale del capoluogo di regione, è stato sottoposto a un intervento chirurgico per sanare le gravi lesioni riportate alla testa dopo il pestaggio.

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