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Papa Francesco alle suocere: “Non siete il diavolo ma dovete stare attente alla lingua”

Nel suo discorso odierno all’udienza generale, Bergoglio riabilita le suocere. “Non sono il diavolo” ha detto, ma avverte: “Devono stare attente alla lingua”.
A cura di Antonio Palma
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Papa Francesco
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Papa Francesco si schiera con le suocere ricordando a tutti che spesso sono vittime di luoghi comuni ma non rinuncia ad avvertire che “Devono stare attente alla lingua". Nel suo discorso odierno all'udienza generale, dove Bergoglio è tornato in pubblico dopo lo stop per i problemi al ginocchio, il Pontefice ha contestato la visione comune della suocera come "personaggio mitico" o "brutta figura" ricordano a generi e nuore che è la nonna dei propri figli e sopratutto la madre che ha dato alla luce il proprio compagno di vita. Parlando ai fedeli in un discorso a braccio, come Bergoglio ama fare spesso nella sua catechesi, Papa Francesco ha sottolineato che "Oggi la suocera è personaggio mitico, non dico che la pensiamo come il diavolo, ma la pensiamo sempre come brutta figura”, “pensiamo invece che è madre, è anziana” ha aggiunto. “Pensiamo oggi a questo sentimento un po’ pervaso… che la suocera tanto più lontano meglio è. No! È madre, è anziana. E la suocera è la mamma di tuo marito, è la mamma di tua moglie” ha spiegato il Pontefice.

“Una delle cose più belle delle nonne è vedere i nipotini, quando i figli hanno dei figli, rivivono. Guardate bene il rapporto che voi avete con le vostre suocere” ha sottolineato il Papa durante l'udienza generale, riabilitando in pieno la figura della suocera. “Sì, alle volte sono un po’ speciali ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto. Almeno farle felici, che portino avanti la loro vecchiaia con felicità” ha aggiunto Bergoglio che alla fine però si è rivolto anche a loro consigliando di correggere qualche difetto. ”Se hanno qualche difetto, si possono correggere, come lo stare attente con la lingua, perché la lingua è uno dei peccati più brutto delle suocere" ha concluso Papa Francesco.

Arrivato in piazza sulla papamobile zoppicando vistosamente per il dolore al ginocchio destro, Bergoglio per la sua catechesi dedicata alla vecchiaia ha scelto di rileggere il legame biblico tra la giovane vedova Rut e l’anziana suocera Noemi. “La parabola di Rut illumina la bellezza dei legami famigliari: generati dal rapporto di coppia, ma che vanno al di là del legame di coppia. Legami d'amore capaci di essere altrettanto forti, nei quali si irradia la perfezione di quel poliedro degli affetti fondamentali che formano la grammatica famigliare dell'amore. Questa grammatica porta linfa vitale e sapienza generativa nell'insieme dei rapporti che edificano la comunità" ha spiegato il Pontefice, aggiungendo: “"Sappiamo che i luoghi comuni sui legami di parentela creati dal matrimonio, soprattutto quello fra suocera e nuora, parlano contro questa prospettiva. Ma, appunto per questo, la parola di Dio diventa preziosa. L'ispirazione della fede sa aprire un orizzonte di testimonianza in controtendenza rispetto ai pregiudizi più comuni, un orizzonte prezioso per l'intera comunità umana. Vi invito a riscoprire il libro di Rut! Specialmente nella meditazione sull'amore e nella catechesi sulla famiglia. Questo piccolo libro contiene anche un prezioso insegnamento sull'alleanza delle generazioni: dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all'età matura, la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita". Da qui il monito finale: "Che i giovani parlino voi vecchi questo ponte va ristabilito forte".

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