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Papa Francesco: “Sì alla benedizione delle coppie gay, ma no al matrimonio”

Con un documento intitolato Fiducia supplicans il Vaticano autorizza le “benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso”.
A cura di Davide Falcioni
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Il Vaticano autorizza le "benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio". È quanto afferma il Dicastero per la Dottrina della Fede, secondo cui la benedizione arriva da Dio "su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status". Via libera dunque alla benedizione "non inserita in un rito liturgico". Si tratta della linea che era stata anticipata dal Papa in risposta ad alcuni ‘dubia' ad ottobre.

Il documento che formalizza la nuova "linea" si intitola Fiducia supplicans e tratta la questione delle benedizioni, distinguendo tra quelle rituali e liturgiche, e quelle spontanee più assimilabili ai gesti della devozione popolare: proprio in questa seconda categoria si contempla da oggi la possibilità di accogliere anche coloro che non vivono secondo le norme della dottrina morale cristiana ma umilmente chiedono di essere benedetti. Era dall’agosto di 23 anni fa che l’ex Sant’Uffizio non pubblicava una dichiarazione (l’ultima fu nel 2000 Dominus Jesus), documento dall’alto valore dottrinale.

Fiducia supplicans, come spiega nell'introduzione il cardinale Victor Manuel Fernández, vuole adottare la visione pastorale di Papa Francesco introducendo una riflessione che "implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni" fino ad ora, arrivando a comprendere la possibilità "di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio".

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Nel testo – visionato da Vatican News – si giudicano "inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che è costitutivo del matrimonio" e "ciò che lo contraddice", onde evitare di riconoscere in qualunque modo "come matrimonio qualcosa che non lo è". Si conferma quindi che secondo la "perenne dottrina cattolica" sono considerati leciti solo i rapporti sessuali nell’ambito del matrimonio tra un uomo e una donna.

Un successivo capitolo del documento esamina il senso delle diverse benedizioni, che hanno per destinazione persone, oggetti di devozione, luoghi di vita. Si ricorda che "da un punto di vista strettamente liturgico", la benedizione richiede che quanto viene benedetto "sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa". Qualora con un apposito rito liturgico "si invoca una benedizione su alcune relazioni umane", occorre che "ciò che viene benedetto sia in grado di corrispondere ai disegni di Dio iscritti nella Creazione". Di conseguenza la Chiesa non ha il potere di conferire una benedizione liturgica alle coppie irregolari o formate da persone dello stesso sesso.

Tuttavia va evitato il rischio di ridurre il senso delle benedizioni solo a questo punto di vista. Per questo chi chiede una benedizione "si mostra bisognoso della presenza salvifica di Dio nella sua storia", perché esprime "una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio". Tale richiesta va accolta e valorizzata "al di fuori di un quadro liturgico" quando ci si trova "in un ambito di maggiore spontaneità e libertà". Il documento dunque sostiene che questo tipo di benedizioni "si offrono a tutti, senza chiedere nulla, facendo sentire alle persone che rimangono benedette nonostante i loro errori e che il Padre celeste continua a volere il loro bene e a sperare che si aprano finalmente al bene". Dunque, rimanendo il divieto di attivare "procedure o riti" per questi casi, il ministro ordinato può unirsi alla preghiera di quelle persone che "pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità".

Si chiarisce inoltre che per evitare "qualsiasi forma di confusione e di scandalo", quando a chiedere la benedizione è una coppia irregolare o dello stesso sesso, "mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio". Questo tipo di benedizione "può trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio".

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