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Papa Francesco ringrazia l’Italia per il lavoro coi migranti: “Europa non vacilli”

“Una particolare riconoscenza all’Italia, il cui impegno deciso ha salvato molte vite nel Mediterraneo e che tuttora si fa carico sul suo territorio di un ingente numero di rifugiati”, ha detto Bergoglio nel suo tradizionale discorso ai diplomatici in Vaticano.
A cura di Susanna Picone
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Nel tradizionale discorso di inizio anno al Corpo diplomatico in Vaticano Papa Francesco ha espresso “una particolare riconoscenza” all'Italia, “il cui impegno deciso ha salvato molte vite nel Mediterraneo e che tuttora si fa carico sul suo territorio di un ingente numero di rifugiati”. “Auspico che il tradizionale senso di ospitalità e solidarietà che contraddistingue il popolo italiano non venga affievolito dalle inevitabili difficoltà del momento, ma, alla luce della sua tradizione plurimillenaria, sia capace di accogliere e integrare il contributo sociale, economico e culturale che i migranti possono offrire”, ha continuato Bergoglio dedicando il suo ampio discorso in larga parte al tema dei migranti. Papa Francesco ha detto che i Paesi in prima linea nell’affrontare l’emergenza non devono essere lasciati soli e che è indispensabile avviare un dialogo “franco e rispettoso tra tutti i Paesi coinvolti nel problema”. “Non si possono, infatti, pensare nell'attuale congiuntura – ha proseguito Bergoglio – soluzioni perseguite in modo individualistico dai singoli Stati, poiché le conseguenze delle scelte di ciascuno ricadono inevitabilmente sull'intera Comunità internazionale. È noto, infatti, che le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo più di quanto non l'abbiano fatto finora e che le risposte potranno essere frutto solo di un lavoro comune, che sia rispettoso della dignità umana e dei diritti delle persone”.

Migranti e terrorismo – “Rimarranno sempre indelebilmente impresse nelle nostre menti e nei nostri cuori – ha continuato il vescovo di Roma – le immagini dei bambini morti in mare, vittime della spregiudicatezza degli uomini e dell'inclemenza della natura”. L'altro tema portante del discorso è stato l'invito rivolto a dire un deciso no al fondamentalismo e al terrorismo: “Solo una forma ideologica e deviata di religione può pensare – ha affermato Bergoglio – di rendere giustizia nel nome dell'Onnipotente, deliberatamente massacrando persone inermi, come è avvenuto nei sanguinari attentati terroristici dei mesi scorsi in Africa, Europa e Medio Oriente”. “Il nome di Dio – così ancora Papa Francesco – è stato abusato per commettere ingiustizia”.  All'Europa il Pontefice ha dunque chiesto, nonostante le paure generate dal terrorismo, di non perdere i suoi valori e i suoi “principi di umanità”.

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