Papa Francesco ringrazia l’Italia per il lavoro coi migranti: “Europa non vacilli”
Nel tradizionale discorso di inizio anno al Corpo diplomatico in Vaticano Papa Francesco ha espresso “una particolare riconoscenza” all'Italia, “il cui impegno deciso ha salvato molte vite nel Mediterraneo e che tuttora si fa carico sul suo territorio di un ingente numero di rifugiati”. “Auspico che il tradizionale senso di ospitalità e solidarietà che contraddistingue il popolo italiano non venga affievolito dalle inevitabili difficoltà del momento, ma, alla luce della sua tradizione plurimillenaria, sia capace di accogliere e integrare il contributo sociale, economico e culturale che i migranti possono offrire”, ha continuato Bergoglio dedicando il suo ampio discorso in larga parte al tema dei migranti. Papa Francesco ha detto che i Paesi in prima linea nell’affrontare l’emergenza non devono essere lasciati soli e che è indispensabile avviare un dialogo “franco e rispettoso tra tutti i Paesi coinvolti nel problema”. “Non si possono, infatti, pensare nell'attuale congiuntura – ha proseguito Bergoglio – soluzioni perseguite in modo individualistico dai singoli Stati, poiché le conseguenze delle scelte di ciascuno ricadono inevitabilmente sull'intera Comunità internazionale. È noto, infatti, che le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo più di quanto non l'abbiano fatto finora e che le risposte potranno essere frutto solo di un lavoro comune, che sia rispettoso della dignità umana e dei diritti delle persone”.
Migranti e terrorismo – “Rimarranno sempre indelebilmente impresse nelle nostre menti e nei nostri cuori – ha continuato il vescovo di Roma – le immagini dei bambini morti in mare, vittime della spregiudicatezza degli uomini e dell'inclemenza della natura”. L'altro tema portante del discorso è stato l'invito rivolto a dire un deciso no al fondamentalismo e al terrorismo: “Solo una forma ideologica e deviata di religione può pensare – ha affermato Bergoglio – di rendere giustizia nel nome dell'Onnipotente, deliberatamente massacrando persone inermi, come è avvenuto nei sanguinari attentati terroristici dei mesi scorsi in Africa, Europa e Medio Oriente”. “Il nome di Dio – così ancora Papa Francesco – è stato abusato per commettere ingiustizia”. All'Europa il Pontefice ha dunque chiesto, nonostante le paure generate dal terrorismo, di non perdere i suoi valori e i suoi “principi di umanità”.