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Papa Francesco parla dell’incontro con un gruppo di transessuali: “Sono figlie di Dio”

Papa Francesco ha rilasciato una intervista esclusiva a Vida Nueva prima di partire per il viaggio apostolico a Lisbona in cui ha detto, tra le altre cose, che “i tempi non sono maturi per un Vaticano III”.
A cura di Susanna Picone
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"La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano e mi hanno visto, se ne sono andate piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio… Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale per loro. Ma sono figlie di Dio!". È quanto ha detto papa Francesco in una intervista a Vida Nueva rilasciata prima di partire per Lisbona, dove è impegnato per la Giornata mondiale della Gioventù. Per Francesco oggi è il terzo giorno a Lisbona: dopo aver celebrato questa mattina la messa in privato, si è trasferito in auto al Giardino Vasco de Gama per confessare alcuni giovani della GMG.

“Non sono maturi i tempi per un Concilio Vaticano III”

Bergoglio ha affrontato diversi temi, parlando appunto anche delle persone transessuali come "figlie di Dio". Tra le altre cose, nell’intervista per i 65 anni della rivista, il Papa ha rivelato la sua intenzione di visitare il Kosovo, ha confermato che l'Argentina "è in programma" e rinviato un possibile viaggio in Spagna. Francesco si è detto poi convinto che "le cose non sono mature per un Concilio Vaticano III". "E non è nemmeno necessario in questo momento, dal momento che non è ancora stato avviato il Vaticano II".

"Voglio seminaristi normali, che giocano a pallone”

"Ho paura dei gruppi giovanili intellettuali, di chi chiama i giovani a riflettere e poi li riempie di idee strane", ha detto ancora papa Bergoglio. "Con i giovani dobbiamo usare il linguaggio delle mani, perché i giovani hanno bisogno di fare le cose, e il linguaggio delle gambe, che è camminare. Un laboratorio asettico la pastorale giovanile non funziona", questo il pensiero del Pontefice. In linea con questo tema anche il Papa sottolinea che "abbiamo bisogno di seminaristi normali, con i loro problemi, che giocano a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare…".

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