Papa Francesco: “Non sprechiamo questa pandemia chiudendoci in noi stessi, combattiamo l’egoismo”
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Il coronavirus può essere un'opportunità per migliorarci. Papa Francesco, durante l'omelia della Messa di Pentecoste all'Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro, ha invitato i fedeli a non "sprecare" l'emergenza sanitaria ed economica che stiamo affrontando: "Liberaci dalle paralisi dell'egoismo e accendi in noi – ha detto invocando lo Spirito Santo – il desiderio di servire, di fare del bene. Perché peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi".
"Vieni, Spirito Santo: Tu che sei armonia, rendici costruttori di unità; Tu che sempre ti doni, dacci il coraggio di uscire da noi stessi, di amarci e aiutarci, per diventare un'unica famiglia". Il Pontefice ha indicato i tre mali da evitare in questo momento: il narcisismo, il vittimismo e il pessimismo, tre pericoli "sempre accovacciati alla porta del cuore", "che nel grande sforzo di ricominciare" sono dannosi.
"Il narcisismo – ha sottolineato Papa Francesco – fa idolatrare sé stessi, fa compiacere solo dei propri tornaconti. Il narcisista pensa: ‘La vita è bella se io ci guadagno'. E così arriva a dire: ‘Perché dovrei donarmi agli altri?'. In questa pandemia, quanto fa male il narcisismo, il ripiegarsi sui propri bisogni, indifferenti a quelli altrui, il non ammettere le proprie fragilità e i propri sbagli. Ma anche il secondo nemico, il vittimismo, è pericoloso – ha aggiunto -. Il vittimista si lamenta ogni giorno del prossimo: ‘Nessuno mi capisce, nessuno mi aiuta, nessuno mi vuol bene, ce l'hanno tutti con me!'. Quante volte abbiamo sentito queste lamentele. E il suo cuore si chiude, mentre si domanda: ‘Perché gli altri non si donano a me?'. Nel dramma che viviamo, quant'è brutto il vittimismo! Pensare che nessuno ci comprenda e provi quello che proviamo noi. Questo è il vittimismo".
"Infine c'è il pessimismo – ha proseguito Papa Francesco – Qui la litania quotidiana è: ‘Non va bene nulla, la società, la politica, la Chiesa…'. Il pessimista se la prende col mondo, ma resta inerte e pensa: ‘Intanto a che serve donare? È inutile'. Ora, nel grande sforzo di ricominciare, quanto è dannoso il pessimismo, il vedere tutto nero, il ripetere che nulla tornerà più come prima! Pensando così, quello che sicuramente non torna è la speranza". Papa Francesco ha quindi messo in guardia dagli idoli "dello specchio", "della lamentela", della "negatività". "Ci troviamo nella carestia della speranza e abbiamo bisogno di apprezzare il dono della vita, il dono che ciascuno di noi è", ha affermato.
Non esiste una Chiesa di destra o sinistra, di progressisti o di conservatori, ha spiegato. Occorre "guardare la Chiesa come fa lo Spirito, non come fa il mondo".
"Il mondo ci vede di destra e di sinistra, di questa o quella ideologia; lo Spirito ci vede del Padre e di Gesù. II mondo – ha sottolineato il Pontefice – vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Dio. Lo sguardo mondano vede strutture da rendere più efficienti; lo sguardo spirituale vede fratelli e sorelle mendicanti di misericordia. Lo Spirito ci ama e conosce il posto di ognuno nel tutto: per Lui non siamo coriandoli portati dal vento, ma tessere insostituibili del suo mosaico".
Il Papa ha invitato inoltre a pregare per "quanti sono tenuti a prendere decisioni delicate e urgenti, perché proteggano la vita umana e la dignità del lavoro. Su questo si investa: sulla salute, sul lavoro, sull'eliminazione delle disuguaglianze e delle povertà. Mai come ora ci serve uno sguardo ricco di umanità: non si può riprendere da capo a inseguire i propri successi senza preoccuparsi di chi è rimasto indietro".