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Papa Francesco: “L’eutanasia non è una scelta di civiltà”

Secondo Bergoglio in molti paese c’è “una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita”.
A cura di D. F.
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Papa Francesco, parlando all'ex Sant'Uffizio ai membri della Congregazione per la dottrina della fede riuniti in assemblea plenaria per discutere, tra le altre cose, dell'accompagnamento alla morte dei malati terminali, ha posto un nuovo pesante veto della chiesa cattolica sull'eutanasia: "In molti Paesi – ha detto Bergoglio – c'è una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell'uomo sulla vita. Ciò ha portato anche a considerare la volontaria interruzione dell'esistenza umana come una scelta di ‘civiltà'". Per questo "è chiaro che laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile".

Le differenze tra biotestamento e eutanasia

La dichiarazione del Papa arriva a poco più di un mese di distanza dall'approvazione della legge sul testamento biologico, norma che tutavia non in alcun modo confusa con l'eutanasia o il suicidio assistito. Nella legge sul biotestamento infati si parla di sospensione “passiva” delle cure, per evitare che queste si trasformino in un inutile accanimento terapeutico. Alla base del provvedimento vi è il diritto all’informazione del malato, che per scegliere se rifiutare o accettare le cure deve conoscere le sue condizioni finché è cosciente. Il consenso libero e informato, è un atto formale, in forma scritta, e può essere revocato in qualsiasi momento. Paziente e medico in sostanza stabiliscono insieme un piano di cure, che sarà seguito anche quando il malato non sarà più capace di intendere e volere. Anche qualora il paziente dovesse essere minore verranno considerate le sue volontà  in modo direttamente proporzionale all’età e alla maturità raggiunta, ma a decidere saranno i genitori, oppure un tutore o l’amministratore di sostegno.

Sono evidenti quindi le differenze con l'eutanasia, concetto che comprende gli interventi medici, attivi o passivi, volti ad interrompere la sofferenza di una persona malata terminale, previo suo inequivocabile consenso. Nella sua forma attiva, quindi, l'eutanasia consiste in una somministrazione letale che pone fine alla vita di un paziente consenziente che non ha alcuna possibilità di guarire o che non può più condurre una vita a suo insindacabile giudizio dignitosa.

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