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Papa Francesco: “Grande menzogna parlare di qualità della vita”

Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà l’11 febbraio 2015: per Bergoglio è una bugia ciò che si nasconde dietro certe espressioni che inducono a credere che le vite affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute.
A cura di Susanna Picone
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 “Il nostro mondo dimentica a volte il valore speciale del tempo speso accanto al letto del malato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro”: a dirlo è Papa Francesco nel messaggio per la XXIII Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio 2015. Il Pontefice ha scelto di rivolgersi a coloro che portano “il peso della malattia” e ai “professionisti e volontari nell’ambito sanitario”. È un “grande cammino di santificazione” per Francesco quello che compiono le persone che sono vicine ai malati e che accudiscono coloro i quali hanno bisogno di un'assistenza continua. “Quanti cristiani anche oggi – ha detto il Pontefice – testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere ‘occhi per il cieco' e ‘piedi per lo zoppo'! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un'assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. È relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare. E tuttavia, che grande cammino di santificazione è questo”.

Secondo Papa Francesco si nasconde una “grande menzogna” dietro certe espressioni “che insistono tanto sulla ‘qualità della vita', per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute”. “Anche le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede – ha spiegato ancora il Papa nel suo messaggio – possono diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo”.

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