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Papa Francesco: “Distruggere il pianeta è un peccato da confessare”

“I cambiamenti climatici, così Bergoglio in occasione della Giornata per la cura del creato, contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati. I poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti”.
A cura di Susanna Picone
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Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, ha chiesto di “cambiare rotta” sull’ambiente. Nel suo messaggio dal titolo “Usiamo misericordia verso la nostra casa comune” il Pontefice ha chiesto un “esame di coscienza, il pentimento e la confessione al Padre ricco di misericordia” sui mali ambientali provocati dall'uomo che “conducono a un fermo proposito di cambiare vita”. Ha chiesto inoltre che i Governi rispettino gli impegni assunti negli accordi di Parigi sul clima. Un percorso che per Bergoglio “deve tradursi in atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato, come ad esempio fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone, e così via”.

 “Quando maltrattiamo la natura maltrattiamo gli essere umani” – Maltrattare la natura è un peccato e come tale deve essere confessato e richiede conversione e gesti riparatori. “Nel 2000, anch'esso anno giubilare –  ha ricordato papa Bergoglio – il mio predecessore san Giovanni Paolo II ha invitato i cattolici a fare ammenda per l'intolleranza religiosa passata e presente, così come per le ingiustizie commesse verso gli ebrei, le donne, i popoli indigeni, gli immigrati, i poveri e i nascituri”. Stavolta il Giubileo della misericordia deve diventare occasione per pentirsi “del male che stiamo facendo alla nostra casa comune”, ricordando che “quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani”. Il Papa ha ricordato anche che i mutamenti climatici “contribuiscono alla straziante crisi dei migranti forzati” e “i poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili di quei cambiamenti, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti”.

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