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Papa Francesco: “Come si può parlare di pace, se si vendono sempre più armi?”

“Per dire no alla guerra bisogna dire no alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumenta la vendita di armi?”. Così Papa Francesco nel messaggio natalizio Urbi et Orbi.
A cura di Annalisa Girardi
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Come si può parlare di pace se nel mondo si vendono sempre più armi? È la domanda che pone Papa Francesco nel messaggio natalizio ‘Urbi et Orbi', in cui scrive: "Dire sì al Principe della pace significa dire no alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Ma per dire no alla guerra bisogna dire no alle armi. Perché, se l'uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi?".

Bergoglio ha parlato della guerra che sta travolgendo il Medio Oriente, invocando la speranza che il giorno della pace "si avvicini in Israele e Palestina, dove la guerra scuote la vita di quelle popolazioni". Il Papa ha poi rivolto un pensiero ai cristiani che si trovano a Gaza: "Abbraccio tutti, in particolare le comunità cristiane di Gaza, la parrocchia di Gaza, e dell'intera Terra Santa".

In piazza San Pietro questa mattina diverse persone si sono presentate sventolando la bandiera palestinese.

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Rinnovando l'appello per il cessate il fuoco il Papa ha aggiunto: "Porto nel cuore il dolore per le vittime dell'esecrabile attacco del 7 ottobre scorso e rinnovo un pressante appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio. Supplico che cessino le operazioni militari, con il loro spaventoso seguito di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo all'arrivo degli aiuti".

Poi la conclusione, sempre rivolta alla pace in Israele e Palestina: "Non si continui ad alimentare violenza e odio, ma si avvii a soluzione la questione palestinese, attraverso un dialogo sincero e perseverante tra le parti, sostenuto da una forte volontà politica e dall'appoggio della comunità internazionale".

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