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Papa Francesco: “Burocrazia ostacola aiuti umanitari, armi invece circolano liberamente”

In visita al Pam papa Francesco ha denunciato il “paradossale fenomeno” per il quale “mentre gli aiuti e i piani di sviluppo sono ostacolati da intricate e incomprensibili decisioni politiche, da forvianti visioni ideologiche o da insormontabili barriere doganali, le armi no”.
A cura di Susanna Picone
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“Mentre gli aiuti e i piani di sviluppo sono ostacolati da intricate e incomprensibili decisioni politiche, da forvianti visioni ideologiche o da insormontabili barriere doganali, le armi no: non importa la loro provenienza, esse circolano con una spavalda e quasi assoluta libertà in tante parti del mondo”: è quanto ha denunciato oggi papa Francesco intervenendo – è stata la prima volta di un pontefice – presso la sede del Programma alimentare mondiale (World Food Program) a Roma. “Negli ultimi tempi – ha detto il Papa – sono le guerre e le minacce di conflitti ciò che predomina nei nostri interessi e dibattiti. E così, di fronte alla diversa gamma di conflitti esistenti, sembra che le armi abbiano acquistato una preponderanza inusitata, in modo tale da accantonare totalmente altre maniere di risolvere le questioni oggetto di contrasto. Questa preferenza – ha denunciato Francesco – è ormai così radicata e accettata che impedisce la distribuzione degli alimenti nelle zone di guerra, arrivando anche alla violazione dei principi e delle direttive più basilari del diritto internazionale, la cui vigenza risale a molti secoli fa”.

La fame usata come arma di guerra – In alcuni casi, ha detto il Papa, “la fame stessa viene usata come arma di guerra”: “Le vittime si moltiplicano perché il numero delle persone che muoiono di fame e sfinimento si aggiunge a quello dei combattenti che muoiono sul campo di battaglia e a quello dei molti civili caduti negli scontri e negli attentati. Siamo pienamente coscienti di questo, però lasciamo che la nostra coscienza si anestetizzi, e così la rendiamo insensibile. In tal modo la forza diventa il nostro unico modo di agire, e il potere l'obiettivo perentorio da raggiungere”. La “fame” non è un dato naturale secondo papa Francesco, né “frutto di un destino cieco di fronte al quale non possiamo fare nulla”. “Se dimentichiamo il volto della miseria, iniziamo a parlare e a discutere su ‘la fame', ‘l'alimentazione', ‘la violenza', lasciando da parte il soggetto concreto”, ha spiegato aggiungendo che “quando mancano i volti e le storie, le vite cominciano a diventare cifre” si burocratizza il dolore, “ci occupa di pratiche, la compassione, invece, si mette in gioco per le persone”.

Per vincere la fame abbiamo bisogno anche di sognatori – “Abbiamo bisogno di sognare, ci occorrono sognatori”, ha detto Francesco incoraggiando i membri del Pam ad andare avanti. “Credete in quello che fate e continuate a mettervi entusiasmo”, così il Pontefice. Il Papa ha detto che il Pam è un valido esempio “di come si possa lavorare in tutto il mondo per sradicare la fame attraverso una migliore assegnazione delle risorse umane e materiali, rafforzando la comunità locale”. Il discorso di Bergoglio è stato applaudito con calore.

Il Papa: “Grazie per il vostro lavoro” – “Dovrei dire un discorso in spagnolo ma la maggioranza di voi non capisce lo spagnolo ma capisce l'italiano, perché vivete in Italia, e poi i discorsi sono noiosi, così lo consegno e dirò spontaneamente alcune parole dal cuore”, ha esordito Bergoglio rivolgendosi a dipendenti e familiari del Pam. “La prima cosa che voglio dire nel mio brutto italiano – ha spiegato Francesco – è grazie, grazie perché voi fate il lavoro di nascosto, il lavoro di dietro, quello che non si vede ma che fa possibile che tutto vada avanti, voi siete un esempio, come senza fondamenti il palazzo non va, tanti progetti tante cose si possono fare e si fanno nel mondo nella lotta contro la fame e le fa tanta gente coraggiosa, ma questo grazie al vostro sostegno al vostro aiuto nascosto, i vostri nomi soltanto appaiono nella lista del personale e alla fine del mese in quella dello stipendio ma di fuori nessuno sa come vi chiamate”. Prima di rivolgere il suo saluto papa Francesco si era trattenuto a lungo a salutare i familiari dei dipendenti, molti dei quali avevano bambini in braccio. La mamma di un piccolo in abitino bianco ha “presentato” al figlio il Papa: “Questo è il Papa – ha spiegato mentre il Pontefice lo accarezzava – e adesso ti benedice”. Il Papa, congedandosi con un abbraccio e un “thank You” dal direttore esecutivo del Pam signora Ertharin Cousin, dopo il suo intervento è tornato in Vaticano.

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