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Papa Francesco alla messa di Natale: “Giuseppe e Maria in fuga come i migranti di oggi”

Bergoglio: “Natale è tempo per trasformare la forza della paura in forza della carità, in forza per una nuova immaginazione della carità”.
A cura di Davide Falcioni
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Accogliere i migranti e trasformare in carità la paura. E' questo il messaggio lanciato da Papa Francesco nella tradizionale messa di Natale alla Basilica di San Pietro. Nella sua omelia Bergoglio ha citato uno dei suoi predecessori, Giovanni Paolo II, in particolar modo la sua dichiarazione nella cerimonia di inizio pontificato: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo", ha ripetuto con forza Francesco. "Natale – ha affermato – è tempo per trasformare la forza della paura in forza della carità, in forza per una nuova immaginazione della carità. La carità che non si abitua all'ingiustizia come fosse naturale, ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi ‘casa del pane', terra di ospitalità".

Papa Francesco in particolare si è soffermato sulle figure di Giuseppe e Maria. In loro "vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra". "Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza". "A Betlemme si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all'asfissia prodotta da una vita rinchiusa", e il bambino nella mangiatoia "ci spinge a dare spazio a una nuova immaginazione sociale, a non avere paura di sperimentare nuove forme di relazione in cui nessuno debba sentire che in questa terra non ha un posto".

E' stato quello sui migranti, all'indomani della mancata approvazione della legge sullo Ius Soli in Senato, il tema su cui Bergoglio ha voluto incentrare la messa di Natale. Per la quinta veglia natalizia del suo pontificato, Francesco ha insistito sulla situazione di quanti sono costretti a "lasciare la loro terra e mettersi in cammino", per "sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente".

Papa Francesco: "Gesù è nei bambini del Medio Oriente"

"Vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire per l'acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi", ha dichiarato Papa Francesco nel Messaggio di Natale letto dalla Loggia della Basilica di San Pietro. Il pontefice ha pregato affinché "tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all'interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti". "Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende".

E ancora: "Vediamo Gesù nei volti dei bambini siriani, ancora segnati dalla guerra che ha insanguinato il Paese in questi anni. Possa l'amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall'appartenenza etnica e religiosa". "Vediamo Gesù nei bambini dell'Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilità che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni, e nei bambini dello Yemen dove è in corso un conflitto in gran parte dimenticato, con profonde implicazioni umanitarie sulla popolazione che subisce la fame e il diffondersi di malattie. Vediamo Gesù nei bambini dell'Africa, soprattutto in quelli che soffrono in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria. Vediamo Gesù nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti".

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