Papa Francesco a sorpresa in piazza San Pietro tra i malati e con l’ossigeno: “Buona domenica a tutti”

Papa Francesco a sorpresa è arrivato in piazza San Pietro oggi per il Giubileo dei malati tra la meraviglia di tutti. Il Pontefice è giunto in sedia a rotelle e con i naselli per l’ossigeno al naso assistito da un infermiere. “Buona domenica a tutti, grazie tante” ha affermato Bergoglio. Poco prima nel suo messaggio per l’Angelus aveva scritto: “Non releghiamo chi è fragile lontano dalla nostra vita”.
A cura di Antonio Palma
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Papa Francesco a sorpresa è arrivato in piazza San Pietro oggi per il Giubileo dei malati tra la meraviglia di tutti. Il Pontefice è giunto in sedia a rotelle e con i naselli per l'ossigeno al naso, assistito da un infermiere. La presenza di Papa Francesco è stata una sorpresa per tutti i fedeli dopo che la Santa Sede aveva affermato che il video promesso per l' Angelus di oggi era stato rimandato. Il Pontefice invece è apparso di persona rivolgendo anche qualche parola agli oltre 20mila fedeli riuniti per l'evento giubilare, affermando: “Buona domenica a tutti, grazie tante”.

Bergoglio è arrivato sul sagrato della basilica vaticana verso la fine della messa per il Giubileo dei malati presieduta da monsignor Rino Fisichella che ha visto la partecipazione di oltre 20mila fedeli da vari Paesi del Mondo. L'apparizione in pubblico di Papa Francesco è durata pochissimi minuti. Il Pontefice, spinto in sedia a rotelle, ha salutato con le mani e dopo le poche parole, è stato portato via. Come da programma non ha letto l'Angelus, che è stato inviato solo in forma scritta, ma la sua presenza ha confermato le voci che volevano la celebrazione della messa di oggi svolta in “modalità differente” rispetto alle scorse settimane quando Bergoglio era ricoverato.

Il Papa, convalescente a Casa Santa Marta, ha voluto così condividere il momento con i ventimila pellegrini, tanti dei quali malati, raccolti in Piazza San Pietro la Messa del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità. Una sorpresa anche per l’arcivescovo Rino Fisichella che poco prima, leggendo la sua Omelia, aveva detto: “Il Papa ci è particolarmente vicino, e sta partecipando, come tanti malati, a questa Eucaristia attraverso la televisione a poche metri da noi a Santa Marta".

La presenza di Bergoglio a piazza San Pietro però sembra essere una testimonianza diretta alle sue parole scritte nel messaggio letto poco prima da monsignor Fisichella. “Non releghiamo chi è fragile e il suo dolore, lontano dalla nostra vita" aveva detto, aggiungendo di condividere con i malati, in questo momento “l’esperienza dell’infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri in tante cose, di aver bisogno di sostegno”.

"Con voi, in questo momento della mia vita condivido molto: l’esperienza dell’infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri in tante cose, di aver bisogno di sostegno. Non è sempre facile, però è una scuola in cui impariamo ogni giorno ad amare e a lasciarci amare, senza pretendere e senza respingere, senza rimpiangere e senza disperare, grati a Dio e ai fratelli per il bene che riceviamo, abbandonati e fiduciosi per quello che ancora deve venire” ha scritto Papa Francesco, aggiungendo: "Certamente la malattia è una delle prove più difficili e dure della vita, in cui tocchiamo con mano quanto siamo fragili", "essa può arrivare a farci sentire come il popolo in esilio, o come la donna del Vangelo: privi di speranza per il futuro. Ma non è così. Anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a Lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza".

"Carissimi, non releghiamo chi è fragile lontano dalla nostra vita, come purtroppo oggi a volte fa un certo tipo di mentalità, non ostracizziamo il dolore dai nostri ambienti", è l'esortazione di Papa Francesco, che ha aggiunto: "Facciamone piuttosto un'occasione per crescere insieme, per coltivare la speranza grazie all'amore che per primo Dio ha riversato nei nostri cuori e che, al di là di tutto, è ciò che rimane per sempre. Affrontare insieme la sofferenza ci rende più umani e condividere il dolore è una tappa importante di ogni cammino di santità".

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