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Papa Francesco a giugno in visita nel paese di Cocò, il bambino ucciso dalla ‘ndrangheta

Il piccolo venne freddato con un colpo di pistola alla testa poi bruciato in un’auto insieme al nonno e a una donna.
A cura di D. F.
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Dopo l'incontro con i parenti delle vittime di mafia organizzato da Libera, papa Francesco ha annunciato che nel mese di giugno si recherà a Cassano allo Ionio, in Calabria. in visita alla diocesi del segretario della Cei Nunzio Galantino ma soprattutto a portare la sua preghiera nella terrà del piccolo Nicola "Cocò" Campolongo, il bambino di 3 anni ucciso dalla ‘ndrangheta con un colpo di pistola alla testa e poi bruciato in auto insieme al nonno e ad una donna, prsumibilmente per una vendetta della ‘ndrangheta: un delitto che, disse il Papa, "su un bimbo così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità". "Giovedì, assieme al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, sono stato ricevuto in udienza privata da papa Francesco – ha raccontato il Segretario Cei – Prima ancora che iniziasse il nostro dialogo intorno ai temi oggetto dell'udienza, il Santo Padre mi ha comunicato la sua intenzione di venire in visita a Cassano".

Il segretario della Cei poi ha spiegato: "É stato il Papa stesso a dirmi quale motivo lo porta a farsi pellegrino nel nostro territorio. Innanzitutto mantenere la parola e quindi dare seguito a quanto Egli stesso aveva scritto ai "Sacerdoti, Consacrati e fedeli della Diocesi di Cassano all'Jonio". “Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona – scriveva Papa Francesco il 28 Dicembre 2013 – ma spero di poterlo fare presto”. Ed ecco realizzata la speranza e mantenuta la promessa".

Galantino ha quindi dichiarato: "La presenza del Santo Padre  è un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio – il nostro – che sente forte il bisogno di essere "confermato nella fede" e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta. Gli episodi che hanno recentemente insanguinato in maniera efferata il nostro territorio – l'ultimo, la morte violenta di padre Lazzaro – sono solo la spia eclatante di un disagio che attende risposte. E la nostra Chiesa non può limitarsi, come ho già detto in particolare ai sacerdoti, a contare vittime o a celebrare funerali".

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