"Paolo Romano, ha sbagliato proprio alla grande, perché tanto lo mando in galera… Mi dispiace per gli amici, ma lo mando in galera". Lo diceva Paolo Menduni il 21 maggio 2012 senza sapere che una cimice nascosta nel suo ufficio di manager dell’Asl di Caserta registrava ogni parola del suo colloquio. C’è un’inchiesta della Dda di Napoli sulle infiltrazioni camorristiche negli appalti della sanità casertana – nella quale Menduni non è indagato – che ha già incrociato le vicende per le quali la Procura di Santa Maria Capua Vetere, dopo aver indagato sulla denuncia di Menduni, ha chiesto e ottenuto l’arresto di Paolo Romano, presidente del consiglio regionale della Campania. Romano, in corsa per le elezioni europee nelle fila del Ncd, deve difendersi dall’accusa di aver provato a imporre al manager Asl di nominare persone a lui vicine. E delle sue presunte indebite pressioni a Menduni si parla già nell’inchiesta dei pm antimafia culminata il 7 giugno 2013 in 11 provvedimenti cautelari tra carcere e domiciliari. Tra i nomi coinvolti, spiccava il consigliere regionale Angelo Polverino. Nell’ambito di quelle indagini, un microfono nascosto ha raccolto le confidenze del manager Menduni. C’è un colloquio con Gaetano Danzi, direttore sanitario dell'Azienda, sintetizzato così dagli investigatori: “Danzi spiega che Paolo Romano, per quanto gli hanno riferito, ha motivi di contrasto con Menduni perché aveva negato il trasferimento a Castelvolturno di un medico portatore di voti”.
È la tarda mattinata del 21 maggio di due anni fa e Menduni, a proposito di un contrasto interno all’Asl, si sfoga.
Menduni: “Vogliono la guerra, a me non me fre… tanto io vinco, non me ne frega niente, io non ho paura tanto cosa mi possono fare… io mi fanno… Tu gli dici… se vuoi la guerra lui sta già partendo e soprattutto si è associato con quel presidente, come si chiama…”.
Danzi: “Romano”.
Menduni: “Con Paolo Romano, ha sbagliato proprio alla grande, perché tanto Romano lo mando in galera. Mi dispiace per gli amici, però lo mando in galera. Anche perché si permettono si dire, adesso sorveglieremo sugli appalti delle Asl, ma perché a me che me ne frega degli appalti, abbiamo fatto, mo ci vuole abbiamo fatto, tu lo sapevi qua sotto che c’è quella storia, per cui io poi sono indeciso, che se io vado in Procura sono costretto poi a parlare, no? (….) Eh ma io parlo. M sono rotto i coglioni…”