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Paolo Malacarne, medico del primo suicidio assistito in Toscana: “Malato mi ha ringraziato con un sorriso”

Il medico Paolo Malacarne ha assistito il primo paziente sottoposto a suicidio assistito in Toscana. Nella giornata di oggi, l’ex primario racconterà il caso da lui seguito in una conferenza sul suicidio assistito. “Non possiamo abbandonare il malato quando soffre”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha chiesto del dottor Paolo Malacarne, ex primario della terapia intensiva del policlinico di Pisa, di aiutarlo a morire nel primo caso di suicidio assistito avvenuto in Toscana senza prima passare da un contenzioso giudiziario. L'anestesista parteciperà al seminario "L'aiuto al suicidio come un diritto?" a Pisa, e nel corso del suo intervento farà anche accenno al caso che lo ha visto coinvolto come medico che ha assistito l'uomo di Piombino morto in ospedale all'inizio di quest'anno.

"È stata un'esperienza professionale pesante, ma doverosa. Non ho chiesto a questa persona perché ha cercato me – ha raccontato Malacarne, autorizzato dall'Asl -. La procedura dell'Asl Nord Ovest non prevede la messa a disposizione da parte dell'azienda del medico e dei farmaci. Questo paziente, insieme ai suoi familiari, hanno scelto me come medico facendo espressa richiesta di non rivelare informazioni che consentano di individuarlo".

Il paziente si è rivolto all'Asl Toscana Nord Ovest, che ha un regolamento per i casi di morte assistita. Non sono stati messi a disposizione della persona il farmaco e i macchinari per il suicidio, come accaduto a Trieste. La famiglia avrebbe quindi procurato il necessario, consegnando l'occorrente nella casa dell'uomo deceduto. Malacarne, da medico, ha assistito il malato fino alla fine.

I criteri per chiedere il suicidio assistito e valutati dalla commissione che a sua volta consulta il comitato etico, sono quattro: essere lucido e cosciente, avere una malattia incurabile che porta alla morte e che provoca un dolore fisico o psichico insopportabili ed essere dipendenti da una terapia che faccia da supporto vitale.

Una volta conclusa la valutazione, sta al paziente o alla famiglia trovare il medico. "Hanno contattato me, mi sono reso disponibile. Qui non è previsto che l'Asl fornisca il medicinale e i macchinari, sta alla famiglia del paziente occuparsene. Io ho fatto un piano terapeutico, l'ho inviato di nuovo alla commissione dell'Asl che ha confermato che il malato sarebbe morto senza sofferenze e in modo dignitoso. Così è stato. Nel rispetto delle procedure. La famiglia ha fatto tutto alla perfezione, aspettando i tempi corretti. Non ha deviato di una virgola rispetto alle procedure".

Il medico, che oggi parlerà del caso al convegno della Scuola Sant'Anna di Pisa, ha spiegato che il medico "non può abbandonare il malato quando soffre", sottolineando di aver assistito per tutta la carriera a "tantissima sofferenza". Secondo quanto riporta Repubblica, il medico ha visitato il paziente 5 volte, poi, nell'ultima visita, ha somministrato i farmaci. Poco prima di morire, ha ribadito Malacarne, il paziente lo ha ringraziato con un sorriso.

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