Pansa: “Stop alle manifestazioni con persone a volto mascherato”
"Non dovrebbe essere più tollerabile che a manifestazioni autorizzate prendano parte impunemente persone mascherate e armate. Servono sanzioni anche se non spetta a noi tale decisione". Il capo della polizia Alessandro Pansa, nel suo intervento per il 162esimo anniversario della fondazione del corpo parla anche dei recenti fatti dell'Olimpico e prima ancora delle polemiche connesse ad altre vicende come il caso Aldrovandi e gli scontri alle manifestazioni per la casa a Roma. Pansa conferma che è in dirittura d'arrivo un regolamento, per la gestione dell'ordine pubblico. Regole d'ingaggio "chiare e vincolanti" che hanno l'obiettivo di tutelare sia i cittadini che manifestano che gli uomini delle forze dell'ordine impegnati nei servizi di ordine pubblico. "Sono certo – ha detto Pansa – che grazie alle regole di ingaggio la situazione migliorerà per tutti, forze dell'ordine e manifestanti. Saremo severi contro eventuali atti di violenza ingiustificabile da parte di chi deve operare sul fronte della pubblica sicurezza. Ma, nello stesso tempo, non dovrebbe più essere tollerabile che a manifestazioni autorizzate – ha proseguito Pansa – debbano prendere parte impunemente persone mascherate e armate. Questo comportamento andrebbe adeguatamente sanzionato, anche se non spetta a noi una tale decisione, che posso solo auspicare".
Il discorso del prefetto e capo della Polizia si sposta poi sulle polemiche connesse alla vicenda del sindacato Sap, i cui aderenti applaudirono gli agenti condannati per l'omicidio di Aldrovandi. "La Polizia – commenta Pansa – è un organismo sano che mette la democrazia sempre in cima ai suoi valori come dimostra nel suo impegno quotidiano. Gli italiani, quindi, possono stare tranquilli perché la Polizia è sempre dalla parte della giustizia. "Non esiste nessun problema di tenuta all'interno del corpo" ha detto il capo della Polizia di Stato, ridimensionando polemiche e intemperanze degli ultimi giorni, portate a galla da alcuni sindacati di polizia, riconducendoli "all'insofferenza generale, anche legittima, del personale di polizia". "Quelle stesse persone – ha poi detto – sanno ben distinguere tra la dialettica sindacale e, senza nessuna perplessità, sanno cosa significa dall'altra parte indossare una divisa".