Pamela Mastropietro, strappata la foto dall”altarino’ dedicato alla ragazza: “Vergogna”
"Qualcuno ha strappato la foto di Pamela dall'albero antistante la casa degli orrori a Macerata". Ad annunciarlo, sulla pagina "La voce di Pamela Mastropietro", è la famiglia. La foto di Pamela, sull'albero che è stato allestito in sua memoria a mo di altarino nel luogo dove si è consumato il delitto, è stata strappata da uno sconosciuto. Un atto vile e immotivato, che ha sconvolto le persone che, pur lontane dalla famiglia, nella città in cui la giovane ha perso la vita, se ne prendevano cura. L'albero di Pamela, infatti, sempre decorato con rose, foto e peluche è un piccolo tributo della città in segno di affetto e rispetto per la vittima e la sua famiglia.
Nel post Facebook che annuncia l'atto vandalico, la famiglia Mastropietro-Verni si rivolge all'autore del gesto. "Perché lo hai fatto? Che fastidio ti dava? Perché, ancora, questo disprezzo? Forse sei uno di quelli che pensa e, magari, scrive pure sui social di "lasciare stare questa ragazza", quando viene portata come simbolo, in quanto vittima, della lotta contro certe piaghe? Salvo poi non lasciarla stare in pace te, non avendo pietà neanche del ricordo di una giovane ragazza, violentata, uccisa con due coltellate, disarticolata chirurgicamente, depezzata, decapitata, scuoiata, scarnificata, esanguata, asportata di tutti i suoi organi interni, lavata con la candeggina e messa in due trolley proprio lì, in uno degli appartamenti dietro quel giardino? O sei semplicemente un cretino, ma di quelli che, però, solo per quanto fatto, meriterebbero una pena severa? In tutti i casi, vergognati. Torneremo presto, Pamela, e rimetteremo la tua foto".
La morte di Pamela Mastropietro, 18 anni, risale a due anni fa, quando, durante l'ennesima fuga da una comunità per tossicodipendenti, la ragazza è stata sequestrata da Innocent Oseghale e poi violentata e uccisa nella soffitta del condominio di via Spalato, a Macerata. Dopo la condanna all'ergastolo per Oseghale, la famiglia ora si batte perché venga riconosciuto il concorso di terzi nell'omicidio.