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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro, la Cassazione chiede conferma dell’ergastolo per il pusher Oseghale

La Cassazione ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per il 33 Innocent Oseghale, l’uomo che ha violentato, ucciso e fatto a pezzi il cadavere di Pamela Mastropietro. La 18enne era fuggita da un centro di recupero dove stava cercando di uscire dai suoi problemi di tossicodipendenza.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Cassazione ha chiesto la conferma della condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale, il 33enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro avvenuto il 30 gennaio del 2018. Il 33enne avrebbe inoltre abusato sessualmente della 18enne e poi fatto a pezzi il suo corpo. Pamela era fuggita dalla comunità di recupero nella quale viveva nella provincia di Macerata. La ragazza era entrata in comunità per superare i suoi problemi di tossicodipendenza. Secondo il sostituto pg della Cassazione Maria Francesca Loy, il ricorso presentato dalla difesa dell'uomo è inammissibile. La decisione dei giudici della prima sezione penale della Suprema Corte e' attesa nelle prossime ore.

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Si era allontanata dalla struttura senza cellulare o documenti. Tornata a Roma, aveva incontrato il pusher Oseghale. In cambio di droga, l'uomo aveva convinto la ragazza a salire nel suo appartamento. Lei aveva rifiutato il rapporto sessuale. Il 33enne l'ha quindi violentata per poi ucciderla e fare a pezzi il cadavere. "Mi aspetto il massimo della pena per il carnefice di mia figlia – ha detto Alessandra Verni, madre della 18enne, alla stampa -. Mi aspetto che le istituzioni si mettano una mano sulla coscienza per riaprire le indagini sui complici di Oseghale". Con il pusher, infatti, furono arrestate altre 3 persone poi scagionate dall'omicidio. In seguito sono stati accusate di violenza sessuale ai danni della giovane romana.

In primo grado Oseghale è stato condannato all'ergastolo per omicidio volontario aggravato, vilipendio e occultamento del corpo. Davanti ai giudici ha negato di aver commesso l'omicidio, sostenendo che la giovane fosse morta di overdose. Ha invece ammesso di aver fatto a pezzi il corpo. "Ho fatto cose bruttissime, è vero – ha dichiarato in aula – ma i fatti così come ricostruiti dal giudice non sono reali".

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