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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro, c’è un altro indagato: spunta l’ipotesi del branco

C’è un quarto nigeriano indagato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Lo si è appreso stamani quando il legale del nuovo indagato ha presenziato ai nuovi accertamenti tecnici irripetibili nella casa del delitto.
A cura di Antonio Palma
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Le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo è stato fatto a pezzi e ritrovato in due valige a Pollenza, in provincia di Macerata, sono tutt'altro che concluse. Nell'inchiesta sull‘intricata vicenda dai risvolti atroci, infatti, è finito anche un quarto uomo, dopo i tre già fermati e accusati a vario titolo di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere . Si tratterebbe di un quarto nigeriano amico o comunque conoscente dei primi tre. La notizia è venuta fuori nella mattinata di lunedì durante i nuovi accertamenti tecnici irripetibili in quella che gli inquirenti ritengono sia la casa dove è avvenuto il delitto e il successivo smembramento del cadavere della ragazza, l'abitazione di Innocent Oseghale

Nell'edifico di Macerata infatti si è presentato anche l'avvocato dell'uomo, chiamato dalla procura a presenziare insieme agli altri legali agli accertamenti scientifici. Sul posto questa mattina vi erano tutte le parti interessate, quando i carabinieri del Ris sono entrati nuovamente nell'appartamento  poco prima di mezzogiorno. Oltre al legale della famiglia di Pamela,  anche gli avvocati del 29enne Innocent Oseghale, del 22enne Desmond Lucky e del 27enne Lucky Awelima.

Quello di oggi però sarà solo il primo di una serie di nuovi accertamenti tecnico scientifici, sempre in attesa dei risultati tossicologici sul corpo della 18enne  che potranno chiarire molti dei dubbi dopo l'autopsia già eseguita.Per la giornata di martedì ad esempio è prevista una nuova perizia sui cellulari di tutti i soggetti coinvolti: quello di Pamela e quelli degli indagati. I tre già in prigione intanto non avrebbero dato nessun segno di collaborazione. Si sono avvalsi della facoltà di non risponder, negando ogni accusa. Per gli inquirenti però è "al di là di ogni ragionevole dubbio" che si trovavano con lei al momento della sua morte. A confermarlo, sostiene la Procura, anche il traffico dei loro telefonini.  Lo scambio di messaggi e telefonate infatti si è improvvisamente interrotto come se stessero insieme, riprendendo poi più tardi quando due dei sospettati hanno lasciato la casa.

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