Pamela Di Lorenzo uccisa da un fulmine caduto sulla spiaggia: si indaga su possibili ritardi nei soccorsi
Prosegue l'inchiesta sulla morte della 42enne Pamela Di Lorenzo, morta dieci giorni dopo essere stata colpita da un fulmine mentre si trovava sulla spiaggia di Alba Adriatica. Le indagini puntano a fare luce su eventuali ritardi nei primi soccorsi.
La Procura ha disposto una consulenza sul defibrillatore semiautomatico usato per tentare di rianimare la donna, successivamente posto sotto sequestro dagli inquirenti. La scatola nera dell'apparecchio, che registra anche tutti i rumori ambientali, potrebbe contribuire a dare elementi importanti sull'accaduto.
Secondo i familiari della donna, sarebbero trascorsi circa 30 minuti prima dell’arrivo dei sanitari sul posto con l’ambulanza rispetto alla prima chiamata di soccorso. Sul presunto ritardo il compagno della vittima ha presentato un esposto. In più, la postazione del defibrillatore era stato spostata per i lavori in corso sul lungo mare, come riporta Il Messaggero.
L'incidente era avvenuto il 3 agosto scorso, la 42enne e un'amica stavano passeggiando lungo la battigia, nel tratto di spiaggia libera tra il Piccolo Chalet e i Caraibi, quando il fulmine si è abbattuto vicino a loro. La giornata era senza pioggia, ma la scarica ha colpito entrambe e anche una terza donna, una turista francese di 65 anni.
Pamela Di Lorenzo era andata subito in arresto cardiaco, era stata soccorsa in gravissime condizioni e ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva dell'Ospedale Mazzini di Teramo, dove è deceduta dopo 10 giorni.
L’autopsia sul corpo della donna disposto dalla Procura aveva confermato che era stato proprio il fulmine a provocare l'arresto cardiaco che ha causato una mancanza di ossigeno al cervello con danni irreparabili. Dopo l'accertamento della morte cerebrale, gli organi della 42enne sono stati donati a sette persone da tempo in lista d’attesa.