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Covid 19

Palù (Aifa) spiega perché è importante vaccinare contro il Covid i bambini dai 5 agli 11 anni

Il presidente di Aifa, Giorgio Palù, in audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato: “Nella fascia di età scolare c’è il massimo incremento di casi Covid e la situazione dei bambini è cambiata perché è cambiato il virus. I bambini si infettano e possono avere conseguenze gravi, vanno vaccinati”.
A cura di Ida Artiaco
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A partire dal prossimo 16 dicembre partirà la campagna di vaccinazione contro il Covid per la fascia d'età 5-11 anni dopo il via libera prima di Ema e poi di Aifa. Il presidente dell'Agenzia italiana del Farmaco, Giorgio Palù, ha spiegato come si è arrivati a questa decisione e perché è importante immunizzare anche i bambini intervenendo in audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato, insieme, tra gli altri, a Silvio Brusaferro, presidente di Iss e membro del Cts.

Impennata di casi Covid tra soggetti in età scolare

Secondo Palù, al momento "nella fascia di età scolare c'è il massimo incremento di casi Covid" e "la situazione dei bambini è cambiata perché è cambiato il virus, come dimostrano una serie di pubblicazioni internazionali. Dal prototipo del virus di Wuhan – ha sottolineato – si sono susseguite inizialmente una serie di mutazioni che avevano poca capacità di colpire i bambini, perché questi hanno una concentrazione di recettori della proteina S del virus molto bassa, quindi si infettavano poco, si ammalavano poco e non morivano". Mentre la variante Delta ha cambiato tutto, "ha un'affinità aumentata di 10 volte per il recettore", quindi "i bambini si infettano e possono avere conseguenze gravi", ha aggiunto.

I dati sulle ospedalizzazioni tra i bambini

In termini numerici, Palù ha sottolineato che i dati "parlano di uno su 100 che viene ospedalizzato tra 0-5 o 0-6 anni, un dato molto significativo. E uno su 4.000 può andare in rianimazione, vengono colpiti da sindrome infiammatoria multisistemica che danneggia diversi organi vitali, come cuore, polmoni e fegato. Quindi la decisione sui bambini è stata presa soppesando molto il rapporto benefici-rischi", ha aggiunto, in merito all’ok alla somministrazione del vaccino per la fascia di età 5-11 anni da parte dell'Aifa. Quanto ai rischi del vaccino, "sono state finora vaccinate nel mondo 3 miliardi di persone e conosciamo i rischi nella popolazione adulta e adolescenziale: le miocarditi hanno un picco da tra 16 e 25 anni, sembra i bambini siano meno affetti e sono manifestazioni non gravi. Ben diversa è la situazione del miocardio quando è colpito da infezione da Sar-Cov-2″, ha sottolineato.

Tornando al via libera di Aifa ai vaccini per i più piccoli, Palù ha aggiunto che "proprio per quanto riguarda i bambini abbiamo voluto approfondire il dossier dell'Ema insieme ai dati dell'Associazione americana pediatrica sulla farmacovigilanza. Gli americani da quando hanno autorizzato il vaccino per questa fascia d'età hanno somministrato dosi a oltre 4 milioni di soggetti, mentre in Israele ne hanno vaccinato oltre 60mila".

"Presto monoclonali a domicilio"

Infine, Palù anche anche aggiunto che "presto ci saranno a disposizione monoclonali a domicilio. Si stanno oggi valutando nuovi monoclonali diretti contro la proteina S, la stessa utilizzata per indurre risposta anticorpale con i vaccini, e in grado di neutralizzare con altissima efficacia il virus, bloccando l'infezione e non solo la malattia. Credo che presto avremo a disposizione, monoclonali somministrabili per via sottocutanea o intramuscolare e in questo caso si potrà intervenire a casa del paziente, senza intasare ospedali e pronto soccorso". L'Agenzia italiana del Farmaco, inoltre, ha annunciato, "sta attualmente valutando due antivirali specifici. Uno è l'antivirale orale molnupiravir e un altro e' un inibitore della proteasi, per i quali abbiamo appena ricevuto il dossier. Ovviamente sarà importante studiare il dossier anche perché si è visto che per uno l'efficacia è diminuita rispetto a i documenti presentati in fase iniziale".

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