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Covid 19

Palù (Aifa): “No a riaperture: servono altri due mesi di sacrifici”

Bisognerà attendere almeno altri due o tre mesi quando, con l’arrivo della primavera la diffusione del virus potrebbe iniziare a rallentare, e si potranno prendere in considerazione eventuali riaperture. A dirlo è Giorgio Palù, virologo e presidente dell’agenzia italiana del farmaco Aifa, che ha fatto appello a tutti affinché si continuino a rispettare le misure di protezione individuale e soprattutto a evitare gli assembramenti. L’unico strumento resta l’immunizzazione ed è per questo che adesso dobbiamo accelerare con le vaccini”, le parole di Palù.
A cura di Chiara Ammendola
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Giorgio Palù (AIfa)
Giorgio Palù (AIfa)
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Servono almeno altri due o tre mesi di sacrifici in cui le riaperture dovranno essere rimandate così come i cambi di colore delle varie regioni: è l'unico modo per uscire dal raggio di minaccia del virus e delle sue varianti ormai giunge in Europa. A dirlo è Giorgio Palù, virologo e presidente dell’agenzia italiana del farmaco Aifa, che ha fatto appello a tutti affinché si continuino a rispettare le misure di protezione individuale e soprattutto a evitare gli assembramenti. "Le infezioni respiratorie raggiungono il picco in inverno e in primavera-estate si mitigano – le parole di Palù intervistato da Corsera – spingendo sulla vaccinazioni e rinunciando per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture".

No a riaperture: anche impianti sciistici sono un pericolo

E per quanto riguarda le riaperture Palù ha spiegato come in questo momento non bisogna cadere nell'errore e nella tentazione di voler riaprire tutto e subito, appoggiando di fatto la decisione del ministro della Salute Speranza che domenica sera ha detto no alla riapertura degli impianti sciistici prevista per oggi. Come per la scuola anche quei luoghi, secondo il virologo, potrebbero costituire un rischio. Quale sarà il futuro degli studenti invece? "Sappiamo da 4-5 studi che l’infezione, a prescindere dalle mutazioni, ha una certa prevalenza tra 12-19 anni e poi tra 19 e 50 anni. Quindi andrei cauto con la ripresa di scuole superiori ed università. Sarebbe ideale poter spostare il calendario scolastico in avanti, quando il quadro sarà migliore".

La vaccinazione deve essere la priorità

Il presidente Aifa ha spiegato che al momento l'Italia è in una fase discendente della curva epidemica, anche se lenta, ma bisognerà attendere che l'Rt cali in modo sostanziale per poter pensare alle riaperture. E sulle varianti del Coronavirus spiega che sia quella inglese, che quelle sudafricana e brasiliana, rendono il virus più contagioso e quindi aumentano il rischio di ricoveri in ospedale e di decessi, ma non sono più letali e per questo è necessario continuare con la campagna di vaccinazione che resta l'unico strumento al momento per rendere immuni la maggior parte delle persone.

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