Paletti sui tetti, il mini live per Fanpage Town
"Paletti ergo sum" (Foolica, 2013). E' il primo album del progetto messo su da Pietro Paletti, cantautore bresciano che si è imposto all'attenzione di pubblico e addetti ai lavori con un "uno-due" mica da poco. Prima l'ep "Dominus" dove si è segnalata "Adriana", pezzo di una freschezza che ricorda il meglio della scena romana degli anni '90, senza però stare lì a lavorare di carta copiativa. L'idea di presentarsi sotto la forma di un progetto-band, "Paletti" appunto, comune peraltro anche a Lorenzo Urciullo ("Colapesce") e Antonio Di Martino ("Dimartino", qui a Fanpage Town), permette all'artista di liberarsi dalle responsabilità ingessate de cantautore e, senza prendersi troppo sul serio, riesce a presentare con efficacia, il lato più ironico dei suoi testi.
A Fanpage Town, c'è tutto questo. Tra ironia e stile, Pietro Paletti arriva "sui tetti" del nostro format presentando due brani tratti dal suo primo album, "Senza volersi bene" e "Mi son scordato di me", in versioni "chitarra e voce", che nulla tolgono a quelle da studio. Anzi, la voce di Paletti risuona piacevole, potente, gradevole. L'impronta che i Lucio Battisti, i Dalla, i Rosso hanno dato a quest'artista è palpabile, ma tra i suoi dischi preferiti c'è anche un Max Gazze del 1998:
Ho 32 anni, sono cresciuto un po' con quell'influenza attorno, non direttamente, però ricordo, quando avevo 15, 16 anni c'era Gazzé, con "La favola di Adamo ed Eva" che è stato un gran bell'album. Ecco qualcosa è permeato, così come Battisti, ma non sono dirette.
"Senza volersi bene" e "Mi son scordato di me", le due canzoni proposte da Paletti nel nostro studio. La prima, leggera e intima, la seconda, aggressiva e urgente, due diversi aspetti che sottolineano la varietà e lo spessore del cantautore bresciano. Buon divertimento con quello che chiameremo da oggi, con divertita soddisfazione, il "Paletti sui tetti" live.