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Palermo si ferma per i funerali del boss Di Giacomo: saracinesche abbassate

500 persone alla Zisa hanno dato l’ultimo saluto a Giuseppe Di Giacomo ucciso da un commando di killer mercoledì pomeriggio. “era il reggente di Porta Nuova”, secondo l’ultimo pentito, Sergio Flamia.
A cura di B. C.
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Saracinesche abbassate, negozi chiusi e centinaia di persone in strada. Così il quartiere Zisa a Palermo ha dato l’ultimo saluto al boss Giuseppe Di Giacomo, considerato dai pentiti nuovo reggente del mandamento di Porta Nuova, ucciso mercoledì scorso in un agguato mafioso, in pieno pomeriggio, davanti casa della vittima predestinata. La bara del mafiosa, come scrive l’edizione locale di Repubblica, ha sfilato tra una folla di circa 600 persone: il corteo è stato aperto dai confrati delle Anime sante quasi come se "ci fosse la processione del patrono". Un corteo che, infatti, ha fermato autobus, macchine, ambulanze, passanti.

Giuseppe Di Giacomo era stato probabilmente «posato», ma al suo funerale ci sono tutti quelli che devono esserci. Dai più giovani che si sono già fatti qualche anno di carcere ai vecchi della famiglia, quelli cresciuti alla scuola del più autorevole dei capi mandamento di Porta Nuova, Pippo Calò, il cassiere di Totò Riina. Quando il feretro si ferma davanti al luogo del delitto, i giovani e i vecchi di Cosa nostra sono tutti lì. E applaudono. Assieme al popolo della Zisa, che segue in religioso silenzio il corteo. I commercianti, intanto, abbassano le saracinesche in segno di lutto. Solo un ambulante tunisino non ha capito che quella non è la festa del quartiere e viene invitato gentilmente a portare altrove la sua mercanzia.

Dopo che il feretro è entrato in chiesa, per la messa, fuori comincia un’altra processione. "Accanto all’autista, c’è un vecchietto in lacrime. Tutti vanno a salutarlo, con un bacio sulla guancia. E alcuni baci sono più lunghi degli altri, accompagnati da parole sussurrate all’orecchio. Il vecchietto annuisce, senza più lacrime".

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