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Palermo, protestano gli operatori del 118: “Ci chiamano eroi, ma siamo abbandonati”

La protesta degli operatori del 118 davanti alla sede della regione Sicilia. Chiedono più tamponi e più sicurezza per i lavoratori impegnati in prima linea nella lotta contro il Covid. “Ci chiamano eroi, ma siamo stati abbandonati”
A cura di Francesco Cortese
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"Ci chiamano eroi, ma ci sentiamo abbandonati da tutti". A Palermo gli operatori del 118 sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso nei confronti di una politica che definiscono "assente".

Denunciano pochi controlli, dispositivi di sicurezza a volte non a norma, lunghe file all'unico centro di sanificazione per i mezzi di soccorso esistente a Palermo con le ambulanze che, inevitabilmente, sono costrette a restare in attesa per diverse ore prima di poter tornare operative.

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Così, a causa della carenza di mezzi di soccorso, in Sicilia si fa ricorso ai privati che affittano le proprie ambulanze, per continuare a garantire il servizio 118, con un costo aggiuntivo di ben 350 mila euro pagati dai contribuenti.

"A Palermo abbiamo circa 64 postazioni e ogni ambulanza, dopo aver espletato il servizio, si reca all'unico centro disponibile per la sanificazione del mezzo – denuncia Giuseppe Puccio, autista soccorritore del 118 Sicilia – Così restiamo in fila per diverse ore".

"Negli ultimi nove mesi siamo stati sottoposti solamente per due volte al tampone molecolare" denunciano i soccorritori scesi in piazza a Palermo.

Intanto, nei prossimi giorni, l'assessorato regionale alla Sanità ha promesso l'erogazione di un bonus economico per la gestione della pandemia anche agli operatori del 118.

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