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Palermo, prostituta a 16 anni per volere del fidanzato 29enne

Lei 16 anni, lui 29. L’uomo lamentava continuamente di trovarsi in difficoltà economiche “e io, siccome lo amavo e sono un tipo che preferisce vedere felici gli altri piuttosto che se stessa, ho accettato”.
A cura di Redazione
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"Gli dicevo che lui era il mio unico amore", ma all'uomo interessava più di tutto fare soldi prostituendo la fidanzata. Una giovane, oggi 18enne, ha raccontato una storia iniziata due anni fa al Foro Italico, quando le effusioni amorose con Dario, il fidanzato di 13 anni più grande, vengono interrotte da un terzo uomo. Questi chiede a Dario di poter osare "sfiorare" la ragazza allora sedicenne in cambio di 50 euro. Alla vista dei soldi, il fidanzato avrebbe insistito e la giovane, infine, avrebbe ceduto. Da lì sarebbe cominciato un inferno durante il quale la ragazza si sarebbe dovuta prostituire 30-40 volte in un anno in cambio di 50-300 euro a prestazione. La leva psicologia per far prostituire la giovane sarebbero state le difficoltà economiche lamentate da Dario "e io, siccome lo amavo e sono un tipo che preferisce vedere felici gli altri piuttosto che se stessa, ho accettato".

Internet era il luogo virtuale in cui Dario ha cercato i primi clienti, inserendo annunci su apposite pagine web e usando profili Facebook con nick "Walter & Naomi" e "Coppietta monella". L'agenda dell'uomo si riempie velocemente, fino a contare circa 1000 contatti. “Il primo incontro l'ho avuto con un avvocato – spiega la giovane – siamo andati in un piccolo appartamento sito in via Ugo La Malfa”. Il prezzo pattuito è di 200 euro e gli incontri con lo stesso professionista diventano in tutto circa venticinque. Ma tra i clienti sono indagati per favoreggiamento della prostituzione minorile anche un poliziotto, diversi commercianti e altri professionisti.

I soldi per il rapporto sessuale, che di solito si svolgeva nell'ufficio del cliente o in un B&B, venivano sempre consegnati alla minorenne e "anche Dario glielo diceva: I soldi sono suoi, mentre invece poi io li davo a lui e se qualche volta dimenticavo di consegnarglieli, lui me li chiedeva esplicitamente. Mi diceva che le persone dovevano pensare che io lo facevo perché mi piaceva. Ma io gli dicevo, non ho alcun bisogno di dovermi divertire in questo modo. Gli dicevo che lui era il mio unico amore".

La giovane, il cui profilo psicologico è secondo gli esperti caratterizzato "da dolore, senso di angoscia e sensi di colpa", decide di raccontare tutto alla madre, che la convince di rivolgersi alla polizia. Ora sono sotto inchiesta non soltanto il "fidanzato" della giovane, ma anche i clienti finora identificati. Molti, invece, sono al momento senza nome.

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