Palermo: per il pestaggio al leader di Forza Nuova fermati due attivisti dei centri sociali
Per le violenze nei confronti del segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo Massimiliano Ursino sono scattati i primi due fermi. Si tratta di due attivisti dello studentato occupato "Malarazza", che si trova all'interno dell'istituto dei sordomuti di via Cavour: C.M., 28 anni, e G.C., 26 anni, dovranno difendersi da un'accusa pesante, quella di tentato omicidio in concorso con ignoti. Per lo stesso reato ci sono però altri quattro indagati, anche loro militanti politici della città siciliana. Fra questi c'è anche la ragazza la cui voce si sente nel video.
La prima svolta nell'episodio che ha visto il ferimento del neofascista, le cui condizioni sono comunque non gravi, è arrivata dopo meno di 24 ore: questa mattina alcuni giovani erano stati denunciati dalla questura per occupazione abusiva. Ursino ieri pomeriggio è stato accerchiato, legato mani e piedi, e malmenato davanti al suo laboratorio di tatuaggi da ignoti con i volti coperti, che hanno utilizzato anche bastoni. In mattinata sei persone sono state condotte in questura: due di loro sono ragazze.
In indirizzare gli inquirenti verso ambienti dell'antagonismo è stata una rivendicazione anonima inviata agli organi di stampa ieri sera: "Chi afferma che esista una minaccia fascista, a Palermo come in tutta la Sicilia, dovrà ricredersi – c'è scritto – Sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. Palermo è antifascista, nelle pratiche e nella quotidianità di chi la vive. A Palermo non c'è spazio per il fascismo".