Palermo, Lucia si sveglia e chiede della sorella Carmela: non sa che è morta
“Voglio vedere Carmela, dov’è Carmela?”, è quanto ripete Lucia Petrucci, la ragazza sopravvissuta alla furia omicida del suo ex fidanzato Samuele Caruso, 23enne ora in stato di fermo. Lucia è in ospedale, sta meglio nonostante le 20 coltellate sul suo corpo, nonostante gli innumerevoli punti di sutura subiti, nonostante il suo volto sia sfigurato. Sta bene ma vuole vedere sua sorella Carmela (nella foto pubblicata sul sito della loro scuola), 17 anni e morta per una coltellata alla gola – questo è quanto stabilito dall’autopsia – nell’androne della loro casa a Palermo. Nessuno ha detto a Lucia che sua sorella non c’è più, i medici le rispondono che è in cura in un altro ospedale. Stamane il primo a vedere Lucia, finalmente senza tubi, è stato Giuseppe Termine, primario di Chirurgia generale. Proprio a lui la 18enne ha chiesto ancora di vedere Carmela. A lui Lucia chiede la verità, una verità che forse dentro di sé conosce già, visto che la ragazza ricorda dell’aggressione ed è rimasta sempre vigile.
I genitori non sapevano nulla dell’assassino – Lucia ha ancora negli occhi il sangue, ricorda le urla di sua sorella che con il suo corpo le ha salvato la vita. Ricorda quel coltello tra le mani dell’aggressore e che la polizia ha poi trovato. Il primario continua a dirle che Carmela si trova in un altro ospedale, Lucia scuote la testa. Poi arrivano i suoi genitori, la abbracciano, nemmeno loro vogliono ancora dire a Lucia l’orribile verità. Più tardi Lucia incontra anche la polizia per raccogliere elementi utili all’indagine del pm Malagoli: il vice questore le chiede di ricordare. Samuele Caruso minacciava la giovane, la perseguitava con i messaggi, i genitori di Lucia non sapevano nulla di lui. Gli stessi genitori che fuori sono circondati dall'affetto dei compagni delle ragazze e dai loro padri: uno di loro dice proprio di voler capire "cosa sbagliamo noi genitori". Lucia non credeva che quel ragazzo conosciuto su Facebook potesse arrivare a tanto: “Era solo quando ci ha aggredite, era una furia”, ricorda. Delle minacce del ragazzo ha parlato anche qualche compagno di scuola delle sorelle, quei compagni che ieri si sono riuniti nel cuore della città contro la violenza sulle donne.
Omicidio volontario premeditato per Caruso – Non ci crede nessuno al raptus raccontato durante l’interrogatorio, nessuno crede che Samuele Caruso abbia ucciso una ragazza e ferito gravemente un’altra perché, in quel momento, aveva perso la testa. Perché non si esce di casa con un coltello tagliente in tasca, lo ripetono anche tutti quelli che in queste ore parlano del terribile caso di Palermo sui social network. Lo si fa per uccidere, con un progetto ben chiaro. Il pm Caterina Malagoni chiederà al giudice la condanna del suo fermo con l’accusa, dunque, di omicidio volontario premeditato, aggravato dai motivi futili e abietti. Durante l’interrogatorio Caruso ha detto che temeva che la sua ex Lucia avesse un altro. Voleva uccidere Lucia perché l’aveva tradito, Carmela si è solo messa in mezzo ed è morta per lei.