Palermo, l’ultimo covo di Riina è diventato una caserma dei Carabinieri

Il covo di Totò Riina è diventato duna caserma dei carabinieri. Alla presenza del Ministro degli Interni Angelino Alfano si sta inaugurando stamattina la nuova stazione dei militari di Palermo Uditore, realizzata nella villa che diede ospitalità al boss Riina negli ultimi mesi della sua latitanza, terminata con l'arresto del 15 gennaio 1993 da parte degli uomini dell'Arma. Alfano ha dichiarato: "Lo Stato è più forte della mafia e lo sta dimostrando anche oggi. I mafiosi non sono solo degli assassini, ma sono anche ladri di futuro, speranza e di bellissime parole del nostro vocabolario come onore, famiglia e rispetto".
Il Ministro ha aggiunto: "Come fa a parlare di onore chi uccide o di rispetto chi fa inginocchiare un commerciante per chiedergli il pizzo". "Noi – ha concluso – vogliamo riprenderci il senso di queste parole". Il capo del Viminale ha quindi elencato le leggi approvate dal Parlamento contro la mafia come quella sul carcere duro e sulle confische ai patrimoni mafiosi: proprio grazie a questa norma nel 2007 lo Stato confiscò il complesso residenziale di via Bernini, dove il capo mafia – vivendo in latitanza – volle alberi, prati inglesi e una piscina.
Ora il tutto è stato riadattato alle esigenze dei carabinieri. La caserma è stata intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valor civile trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici. Tullio Del Sette, generale dei Carabinieri, ha affermato: "Confiscare e mettere a disposizione della collettività un bene, che sia frutto o conseguenza di attività illecite, rappresenta la più chiara vittoria dello Stato sulla mafia e sul suo sistema di arricchimento. Se poi a Palermo, in quartieri come Passo di Rigano, Noce e Uditore, le stazioni dei carabinieri sono proprio all’interno di beni sequestrati, la vittoria dello Stato è ancora più netta".