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Palermo, cuore arriva ancora battente in una scatola. Poi il trapianto a paziente in attesa da 2 anni

Grazie alla tecnologia “Heart in the box” il cuore è arrivato ancora pulsante e persino irrorato di sangue all’Ismett di Palermo: poi l’organo è stato trapiantato a un paziente in attesa da due anni.
A cura di Davide Falcioni
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Un cuore in scatola pulsante e persino irrorato di sangue, è arrivato questa mattina all'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) di Palermo, pronto per essere trapiantato a un paziente in sala operatoria per la prima volta in un ospedale del sud Italia.

"Heart in the box", questo il nome della tecnologia già adottata negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, prevede che il muscolo cardiaco arrivi in una sorta di scatola sterile, un dispositivo tecnicamente molto avanzato in cui, come ha spiegato Sergio Sciacca, responsabile del programma di trapianto di cuore di Ismett, "l'organo è perfuso con il sangue del donatore e continua a pulsare. Con questa tecnologia si riducono i tempi di sofferenza ischemica dell'organo cardiaco, perché durante il trasporto il muscolo cardiaco continua a ricevere sangue ed ossigeno per le proprie funzioni metaboliche. È possibile, inoltre, eseguire controlli biochimici ed acquisire dati che assicurino sulla buona funzionalità del cuore una volta trapiantato".

Il prelievo è stato eseguito da un’équipe di Ismett composta da cardiochirurghi (Sergio Sciacca e Matteo Greco), perfusionisti (Andrea Giunta e Rosi Longo) ed un infermiere di sala operatoria (Giancarlo Cappello). L'organo prelevato è stato collegato al dispositivo ed irrorato durante un lungo viaggio di circa 6 ore, continuando a battere fino all'arrivo in sala operatoria ad Ismett. Qui è stato trapiantato ad un paziente siciliano in lista d'attesa da due anni.

"Ringrazio le istituzioni e il grosso supporto del Centro Regionale Trapianti che hanno permesso tutto ciò – ha dichiarato Michele Pilato, Direttore del Dipartimento di cardiochirurgia e trapianto di cuore di Ismett -. Grazie ad un grande lavoro di squadra, che coinvolge anche le rianimazioni del territorio coordinate dal CRT, il numero di trapianti di cuore nel 2024 ha avuto un eccezionale incremento, che pone il nostro centro e la Sicilia tra i primi in Italia per volumi di pazienti trattati. Avere a disposizione questa tecnologia d'avanguardia ci consentirà di andare oltre , di valutare un maggior numero di organi e di estendere le indicazioni al loro utilizzo, dando maggiori risposte alla nostra popolazione di pazienti con insufficienza cardiaca terminale in attesa di un trapianto di cuore salvavita".

Normalmente, il cuore prelevato viene arrestato con una soluzione fredda cardioplegica e trasportato non battente, in borse termiche, alla temperatura di 4 °C, per poter raggiungere la sede in cui verrà trapiantato nel ricevente. Con questa tecnica, il tempo massimo di conservazione del cuore, chiamato anche tempo di ischemia, è all’incirca di 4 ore; oltre tale lasso di tempo, vi è un elevato rischio di inadeguata ripresa della funzione contrattile dell'organo trapiantato, a causa della eccessiva fase di ischemia subita durante il trasporto. La tecnologia "Heart in the box" permette, invece, di azzerare quasi totalmente il tempo di ischemia consentendo, dunque, di trapiantare organi prelevati anche in posti lontani rispetto al Centro Trapianti.

Ridurre drasticamente i tempi di ischemia non è, però, l’unico vantaggio fornito da questo tipo di tecnologia. Grazie a questa metodica, infatti, i cardiochirurghi possono monitorare tutti i valori dell’organo, valutare lo stato di salute del cuore in tempo reale, intervenire per modificare i parametri emodinamici e metabolici con l’obiettivo di migliorare la funzionalità dell’organo.

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