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Palermo, Covid getta nel caos gli ospedali: ambulanze in fila al Cervello, aperta struttura da campo

L’aumento dei contagi dovuto alla variante Omicron ha gettato nel caos gli ospedali siciliani: 14 ambulanze in fila davanti al Cervello di Palermo, arriva la struttura da campo per far fronte a tutti i ricoveri.
A cura di Gabriella Mazzeo
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File di ore davanti all'ospedale Civico e al Cervello di Palermo. Almeno 14 ambulanze una dietro l'altra davanti al pronto soccorso del Cervello con tanto di protesta dei barellieri e l'installazione d'urgenza di una tensostruttura esterna il 5 gennaio. La responsabile del pronto soccorso Covid del nosocomio Cervello, Tiziana Maniscalchi, ha specificato però che "l'emergenza è stata risolta dopo alcune ore". "Abbiamo riscontrato un numero di pazienti che ha superato la ricettività del pronto soccorso che ha oltre 50 postazioni" ha concluso.

Nonostante le rassicurazioni, però,  i nosocomi sono sempre più in difficoltà e la situazione peggiora di giorno in giorno. Ad alleggerire la pressione solo le tensostrutture esterne che però non riescono a tamponare del tutto il sovraffollamento. Per stessa ammissione di Maniscalchi, il lavoro del personale medico è messo a dura prova. Sono attualmente 200 i ricoverati rispetto a una capienza massima di 250. Si tratta in gran parte di persone non vaccinate che hanno sviluppato sintomi gravi. Le stesse scene già viste quasi due anni fa, quando il Paese veniva investito dalla prima ondata di contagi Covid. Molte ambulanze negli ultimi giorni sono state dirottate presso l'ospedale di Partinico.

Nella terapia intensiva  dell'ospedale Cervello almeno 14 posti sono attualmente ricoverati da persone non vaccinate che hanno sviluppato forme gravi della malattia. Situazione critica anche al Covid Hospital di Marsala, dove sono stati occupati 98 posti letto. Gli ultimi 20 posti, tra terapia intensiva e degenza ordinaria, sono stati riempiti nelle ultime 24 ore. Un'operatrice sanitaria dell'ospedale ha raccontato a Fanpage.it di aver assistito a "scene da guerra". "Abbiamo scelto chi ricoverare e chi no. Abbiamo dovuto scegliere, come in guerra. Il tempo delle discussioni è finito e bisogna dire basta ai discorsi pro e no vax: bisogna avere più paura del virus che del vaccino. Siate ragionevoli"

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