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Palermo, chiesto il processo per Fabrizio Miccoli: “Estorsione aggravata”

La procura di Palermo ha chiesto per l’ex calciatore il rinvio a giudizio con l’accusa di estorsione aggravata dall’agevolazione di Cosa Nostra e dal metodo mafioso.
A cura di S. P.
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La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per Fabrizio Miccoli, ex calciatore rosanero. L'accusa è di estorsione aggravata dall'agevolazione di Cosa Nostra e dal metodo mafioso. Secondo il pm Maurizio Bonaccorso, che ha dovuto prendere atto della imputazione coatta disposta dal gip Fernando Sestito, Fabrizio Miccoli avrebbe messo in movimento il meccanismo di una richiesta estorsiva avanzata nei confronti dell'imprenditore Andrea Graffagnini. L'ex numero 10 del Palermo avrebbe infatti sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss Antonino, a utilizzare metodi spicci per chiedere la somma di denaro di cui un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, avrebbe preteso essere creditore.

Il caso Miccoli – L'indagine era stata aperta durante le ricerche di Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante. In quella occasione la Dia, ascoltando le telefonate di Mauro Lauricella, si era imbattuta in Miccoli notando la confidenza del calciatore con il figlio del boss mafioso. Miccoli aveva anche definito il giudice Falcone ucciso da Cosa nostra “un fango” e le sue parole erano rimaste impresse nella intercettazione ambientale del colloquio con Lauricella. Dopo quella intercettazione Miccoli in una conferenza stampa chiese scusa a Palermo e ai palermitani con la voce rotta dall’emozione e tra le lacrime. “Sono un calciatore e non sono un mafioso”, disse Miccoli.

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