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Palermo, arrestato avvocato: gestiva affari immobiliari della cosca dell’Acquasanta

In manette altre otto persone. Secondo un pentito, l’ultima operazione era stata l’acquisto di 30 box, il cui ricavato sarebbe stato utilizzato “per acquistare l’esplosivo che doveva servire all’attentato per il giudice Di Matteo”.
A cura di Claudia Torrisi
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La Guardia di finanza ha arrestato un avvocato palermitano, Marcello Marcatajo, con l'accusa di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti, con l'aggravante di aver favorito la cosca mafiosa dell'Acquasanta. L'uomo, sessantanove anni, è stato fermato questa mattina all'alba nella sua villa di Mondello. Oltre al legale, sono state arrestate altre otto persone – a vario titolo di associazione mafiosa – tra cui un ingegnere, Francesco Puccio, di sessantasette anni, che frequentava spesso lo studio. L'accusa principale mossa a Marcatajo è quella di aver svolto la funzione di gestore del patrimonio immobiliare del clan Acquasanta, in particolare degli immobili di Vincenzo Graziano e del boss Vito Galatolo.

L'ultima operazione in ordine di tempo del legale sarebbe stata la vendita di una trentina di box. Il pentito Galatolo ha raccontato che "parte del denaro proveniente da quella operazione, 250 mila euro circa" sono stati "utilizzati per acquistare l'esplosivo che doveva servire all'attentato per il giudice Di Matteo". Confessioni, queste, che Marcatajo temeva parecchio. "Chissà quanto resto ancora libero?", dice in un'intercettazione. Il nome del legale era stato trovato dalla Guardia di finanza in un "pizzino" rinvenuto a casa del costruttore mafioso Vincenzo Graziano. Da lì sono partite le interecettazioni – durate mesi – che hanno rivelato una sostanziale confessione di Marcatajo. L'uomo era talmente spaventato dalle rivelazioni di Galatolo, da confidarsi ripetutamente con amici e collaboratori più stretti. In altre intercettazioni, invece, il legale si vantava del suo ruolo: "Tutti quei signori  hanno attinto e attingono da questa minna, che è la mia…come denaro". L’inchiesta che ha portato all'arresto dell'avvocato è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai pm Annamaria Picozzi, Amelia Luise, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene e condotta dal Nucleo Speciale della Polizia Valutaria.

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