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Padre uccide figlio 34enne a fucilate in casa: lite si trasforma in tragedia in Ossola

Il dramma a Ornavasso, nella villetta familiare, domenica sera. Al culmine di una lite il padre ha preso un fucile da caccia e ha sparato al figlio 34enne Nicolò Borghini, uccidendolo. Il 63enne arrestato.
A cura di Antonio Palma
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La vittima Nicolò Borghini
La vittima Nicolò Borghini

Una lite si è trasformata in tragedia nelle scorse ore a Ornavasso, in Ossola, dove un padre ha ucciso a fucilate il figlio 34enne al culmine di un litigio scoppiato in casa. La vittima della tragedia famigliare è Nicolò Borghini, 34enne ucciso con un colpo di fucile sparato dal padre Edoardo, 63enne che è stato poi arrestato.

Il dramma si è consumato nella tarda serata di domenica, poco dopo le 22, nella villetta di famiglia in una zona residenziale del piccolo comune della Bassa Ossola. È stato lo stesso uomo a chiamare i carabinieri subito dopo il fatto. Dopo l’allarme, sul posto sono accorsi i sanitari del 118 ma per l’uomo colpito non c’è stato nulla da fare.

Sul luogo del delitto anche i carabinieri della locale stazione di Premosello Chiovenda, poi coadiuvati dai carabinieri del comando provinciale di Verbania col Nucleo investigativo e  il magistrato di turno della locale Procura. Ai militari dell’arma intervenuti sul posto la dinamica è apparsa fin da subito ben chiara.

Secondo quanto ricostruito finora, tra padre e figlio sarebbe nata l‘ennesima lite in casa al culmine della quale l’uomo avrebbe preso un fucile da caccia, detenuto regolarmente nell’abitazione, e fatto fuoco colpendo in pieno il figlio che è morto praticamente sul colpo. Secondo il racconto dei genitori, la vittima aveva alzato le mani su di loro prima dello sparo fatale. Al momento dell'omicidio, infatti, in casa era presente anche la madre del ragazzo e lo stesso personale sanitario accorso sul posto ha stilato anche un primo referto ai genitori che avevano subito le percosse dal figlio.

Il padre 63enne è stato posto in stato di fermo, portato in caserma e ascoltato dai carabinieri. Al termine delle procedure, l’uomo è stato portato nel carcere di Verbania. Secondo quanto emerso finora dai racconti, sembra che in casa i rapporti fossero da tempo molto tesi tra genitori e figlio e le liti erano continue. Interrogato dagli inquirenti, Edoardo Borghini ha negato ai carabinieri che il figlio Nicolò avesse problemi di dipendenza, ipotesi circolata in un primo momento.

Nella villetta comunque sono accorsi anche i reparti della scientifica, per i rilievi del caso che aiuteranno a stabilire con esattezza la dinamica dei fatti, e il medico legale per un primo esame esterno del corpo della vittima sul quale probabilmente verrà disposta l’autopsia.

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