Pacco bomba a Roma, anarchici italiani dietro l’attentato all’ambasciata svizzera?
E' stato recapitato un pacco bomba all'ambasciata svizzera di Roma, sita in via Barnaba Oriani ai Parioli. L'esplosione ha provocato il ferimento di un dipendente, il primo a stringere il pacco tra le mani. L'uomo è stato ricoverato nel reparto di chirurgia d'urgenza all'Umberto I: seppur non corra alcun pericolo di vita, ha subito profonde ferite alla mano sinistra. Si sta decidendo se sottoporlo ad un intervento chirurgico.
La Procura ha aperto un fascicolo per chiarire quanto accaduto, per il momento si sospetta di un attentato con finalità di terrorismo.
Non è tardato ad arrivare il commento di Gianni Alemanno, sindaco di Roma, che ha rivolto un pensiero anche all'uomo coinvolto nella deflagrazione: "Esprimo solidarieta' all'ambasciata svizzera: si tratta di un brutto segnale quando partono pacchi bomba è sempre segno di qualcosa che si agita in profondità'. Quindi, da questo punto di vista bisogna stare molto attenti. Faccio i miei migliori auguri all'uomo che è rimasto ferito. L'ordigno non era di grande entità ma è pur sempre un ordigno sofisticato. Da questo punto di vista, bisogna stare molto attenti, e cercare di capire qual e' il mandante e qual è l'obiettivo".
Secondo l'intelligence, sembra che l'ambasciata elvetica abbia subito questo attentato da parte di anarchici italiani, in complotto con alcuni detenuti del nostro paese rinchiusi nelle carceri svizzere, tra cui Costantino Ragusa, Silvia Guerini e Luca Bernasconi. Tutti e tre sono stati arrestati lo scorso 15 aprile con l'accusa di aver preparato un piano per attaccare la sede elvetica dell'Ibm. Sempre secondo l'accusa, questi tre detenuti farebbero parte di un gruppo di eco-terroristi chiamati "Il Silvestre".
Seppur ancora non presentata alcuna rivendicazione, che sia quella anarchica la pista giusta da seguire?