Pacchi bomba: è panico per il terzo ordigno
La FAI Federazione Anarchica Informale è da non confondersi con la FAI Federazione Anarchica Italiana, che comunica di aver “sempre espresso posizioni pubbliche chiare e inequivocabili su episodi di questo tipo e sull'uso provocatorio della nostra sigla”.
È massima allerta per il terzo pacco bomba, quello che gli inquirenti sono quasi certi si trovi in viaggio verso chissà quale destinazione. I plichi esplosivi inviati presso la Deutsche Bank di Francoforte, il 7 dicembre scorso, e presso la filiale Equitalia di Roma, in via Andrea Millevoi, hanno in comune, presumibilmente, lo stesso mittente: gli anarchici del Fai. Lo si presume dal volantino allegato all’esplosivo, contenente, appunto, la firma ‘Fai', ed un lungo messaggio, dal quale si evince che quello è solo il secondo di tre ordigni. Se la prima bomba è destinata al “banchiere”, il presidente della Deutsche Bank Josef Ackermann, e la seconda è per le “sanguisughe”, come definiti nel ‘giro anarchico’ i dirigenti di Equitalia, le “zecche” cui si fa riferimento come terzo destinatario del plico esplosivo potrebbero essere le forze dell’ordine, come spiegano gli esperti.
Massima allerta per domani
Il giorno cruciale, e quello di massima allerta, potrebbe essere domani, lunedì 12 dicembre. Il motivo è tutto spiegato, dicono gli inquirenti, nel sistema postale. I pacchi bomba di Francoforte e Roma sono stati ricevuti entrambi il 7 dicembre scorso. Dall’otto dicembre in poi, festa dell’Immacolata e relativo ponte, gli uffici non hanno più ricevuto la posta, e solo domani la missiva accumulata sarà smistata in tutta Italia. L’allerta è per domani, quindi, con una sola domanda: chi è l’ultimo destinatario?
Il volantino Fai
Sul volantino allegato al plico esplosivo, la rivendicazione anarchica: “Tre pacchi bomba in viaggio in questi giorni, tre esplosioni contro banche, banchieri, zecche e sanguisughe”. Un lungo messaggio, una dichiarazione di intenti firmata “Cellula free Eat e Billy”, in riferimento a due anarchici indonesiani incarcerati per aver dato fuoco ad un bancomat lo scorso7 ottobre, a Yogyakarta (Indonesia). Se i primi due plichi esplosivi sono già stati recapitati, uno a Francoforte, dove non è stato fatto esplodere per fortunate coincidenze, e uno a Roma, aperto dal dg Marco Cuccagna, attualmente in ospedale, gli inquirenti ‘attendono’ il terzo. Particolare preoccupazione per destinazioni probabili come ambasciate, caserme, commissariati e carceri.