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Ottenuti due fegati sani da uno affetto da tumore: l’incredibile risultato dell’Ospedale di Pisa

Due fegati sani “nati” da uno malato. È il risultato innovativo realizzato dall’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa che ha effettuato 15 interventi nell’arco di soli due anni. La notizia è stata pubblicata sulla rivista medica ‘Cancers’.
A cura di Eleonora Panseri
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Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana
Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana

Sono passati due anni dal quando l’Azienda ospedaliero universitaria pisana aveva comunicato il primo caso al mondo in cui erano stati ottenuti due fegati sani a partire da uno malato in una paziente con 35 metastasi epatiche da neoplasia del colon Leggi qui. Ieri, mercoledì 27 settembre, è arrivato l’annuncio della pubblicazione sulla rivista medica ‘Cancers‘ della realizzazione di 15 interventi consecutivi effettuati a Pisa con una sopravvivenza a 1 anno del 92%.

L'ospedale è l'unico centro al mondo a praticare questo tipo di interventi chirurgici sull’organo in presenza di metastasi grazie a un equipe multidisciplinare di medici e infermieri coordinata dal dottor Lucio Urbani, riporta La Nazione.

Dottor Lucio Urbani - Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
Dottor Lucio Urbani – Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

Come funziona l'intervento

In una nota diffusa dall'Azienda ospedaliera si legge che la strategia chirurgica messa a punto riesce a risparmiare il fegato e, allo stesso tempo, a ridurre il rischio di recidiva nella zona vitale dell'organo, la confluenza dei peduncoli glissoniani di primo ordine, che potrebbe ostacolare la successiva somministrazione di trattamenti sistemici e peggiorare la qualità della vita del paziente a causa del coinvolgimento biliare.

"Nello specifico si è intervenuti su casi selezionati con una resezione epatica che comporta l’asportazione di una piccola parte di fegato che però induce un’importante modifica della vascolarizzazione intraepatica, trasformandolo in un organo pari (ossia che ha il proprio omologo in posizione simmetrica)", ha spiegato il dottor Urbani.

"Integrando successivamente, ove necessario, complesse procedure di chirurgia del risparmio d’organo con le tecniche di accrescimento del volume del fegato per preservare entrambi i fegati. Oppure farne crescere uno, grazie alla presenza dell’altro, che viene asportato, perché malato, solo quando il fegato sano ha raggiunto un volume adeguato ad assicurare le funzioni vitali", ha aggiunto.

Un percorso terapeutico estremamente complesso che può essere realizzato solamente all’interno di un ambiente multidisciplinare esperto, che comprende oncologi, anestesisti, radiologi, medici nucleari, epatologi, patologi e chirurghi dedicati, oltre a tutto lo staff infermieristico e tecnico.

Un grafico dell'intervento effettuato all'ospedale di Pisa - Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
Un grafico dell'intervento effettuato all'ospedale di Pisa – Foto Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

“Si tratta di coniugare la chemioterapia con una chirurgia estremamente complessa – puntualizza il dottore, che ha coordinato tutti i professionisti responsabili della nuova chirurgia epatica e coautori della pubblicazione scientifica – ed è fondamentale l’interazione tra professionalità tanto esperte, perché più le terapie sono complesse e più devono essere personalizzate e su misura per ogni paziente.”

Sulla base dei dati pubblicati, questo approccio chirurgico può rappresentare una nuova opzione per i pazienti affetti da metastasi epatiche colon-rettali. "Il tipo di patologia prevedeva in passato una probabilità di ripresa della malattia fino all’80% nei primi due anni dopo la chirurgia. Ora l’aumento dell’aspettativa di vita con i nuovi protocolli chemioterapici apre alla nuova sfida di mantenere la qualità della vita dopo la recidiva della malattia e di offrire successive opzioni terapeutiche, laddove siano fattibili", si legge ancora nel comunicato diffuso dall'ospedale.

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